E’ assolutamente inaudito quello che si sta verificando in queste ultime settimane nella città partenopea ed in provincia. Cumuli e cumuli di spazzatura invadono la città deturpandola mostruosamente: il gioiello che ha fatto la storia d’Italia è diventata una discarica a cielo aperto.
Ormai non si contano più i chilometri e chilometri di spazzatura ammassati sui bordi dei marciapiedi, e non solo sui marciapiedi. Si elevano anche in altezza arrivando fino ai primi piani dei palazzi. I cittadini sono arrivati al limite della sopportazione, ci sono proteste ovunque e scontri anche con le forze dell’ordine, e, come se non bastasse, le precarie condizioni igieniche fanno il resto. L’aria è irrespirabile, i topi sono dappertutto, gli incendi hanno fatto diventare tutta la provincia di Napoli una bomba batteriologica.
La raccolta differenziata, nella maggior parte dei casi, non viene effettuata e questo rende il tutto ancora più difficile, non potendo o facendo fatica a riciclare quello che è possibile riciclare. Certo è che se pensiamo che nella zona di Avellino c’è una discarica a cielo aperto dove i rifiuti sono stati addirittura seppelliti sottoterra, è quanto dire.
Ovviamente per fare le operazioni di ammodernamento servono i finanziamenti, già… i soldi! Ma i fondi che lo Stato elargisce a ciclo continuo, che fine fanno? Che cosa sta succedendo? Dove sono gli Enti preposti alla salvaguardia del territorio? Regione, Provincia, Comune, restano a guardare questo scempio senza fare nulla? Ma perché succede sempre a Napoli? Quali arcani misteri si celano dietro a questo enorme scandalo?
Forse troppi sono gli interessi che circolano intorno a questo annoso problema che probabilmente non si vuole risolvere. E’ sempre la solita storia: i soliti furbi mettono in tasca il proprio tornaconto ed il territorio viene lasciato nell’incuria più totale facendo finta di niente. La prova è che nessuno finora ha agito in modo deciso, e noi, “CITTADINI ITALIANI”, che paghiamo le tasse più care d’Europa rimaniamo esterrefatti ed impotenti davanti a situazioni da terzo mondo. Se è così che si governa il bene pubblico, allora teniamoci pure la “monnezza”!