Con settembre si chiude il periodo dell’anno dedicato alle ferie. Ebbene quest’anno la metà' degli italiani non è andata in vacanza. Così, se nel 2010 la percentuale dei vacanzieri sfiorava l'80%, quest'anno la stessa frana al 58%, causa la crisi. Nel primo semestre 2013 l'occupazione si è ridotta di 407 mila unità (-1,8%). A fine giugno scorso, il numero dei lavoratori occupati (22,5 milioni circa), ha raggiunto il valore più basso del secolo, mentre il tasso di disoccupazione ha toccato il livello record del 12,2% - per la prima volta superiore alla media europea (12,1%) - con oltre tre milioni di senza lavoro. Numeri importanti per le donne (12,9%) e per i giovani la cui media tocca il 39,1%. In Italia meno di due lavoratori dipendenti su 10, nel settore privato, sono laureati, contro una media europea di 3 e punte di 4 su 10 in Gran Bretagna e Spagna. E tra i lavoratori italiani dotati di laurea, molti svolgono attività che richiedono competenze minori, un fenomeno, questo, in forte aumento.
Sono 15,7 i miliardi che lo Stato ha deciso di anticipare per pagare i debiti alle imprese, sui 20 previsti nel 2013, su un totale stimato dalla Banca d’Italia pari a 91 miliardi (media per impresa 422.287 euro) decisione presa col “Decreto del fare” con il quale però sono anche stati decisi gli aumenti al 101% degli acconti Irap e Ires. La PA italiana paga, in media,con 180 gg di ritardo quando Paesi in peggiori condizioni - Grecia (168)e Spagna (153) - fanno meglio di noi. Una delle conseguenze è la migrazione delle aziende, ad esempio quelle del Nord-Est verso la Carinzia. Fino ad oggi 312 insediamenti sono stati accompagnati oltre confine con la creazione di complessivi 5.700 posti di lavoro cosa del tutto comprensibile alla luce del fatto che la pressione fiscale complessiva sulle imprese è pari al 53,10% in Austria, al 34,70% in Slovenia e al 68,30% in Italia. In Italia si sono imposte tasse che non hanno avuto un impatto positivo per l settore produttivo dell'economia e allo stesso tempo non si è tagliata abbastanza la spesa. La classifica della competitività per sistema-Paese vede la Germania al 20° posto, la Francia al 34°, la Spagna al 44° e 'Italia addirittura al 73° posto, ben lontana dalla Spagna, con un rapporto debito/PIL che sfiora il 130% secondo, nella UE, solo alla Grecia (160%).
Il 14 agosto 2013 è stato il giorno dell'uscita dalla recessione per l’eurozona: Germania +0,7%, Francia +0,5%, Finlandia+0,7%, Portogallo +1,1%. Fuori dell’eurozona, la Gran Bretagna segna un +0,6%. Resta indietro l'Italia il cui Pil, nel secondo trimestre, e' invece calato ancora dello 0,2%.
Solo in Italia, una società, la Apple, nonostante nel 2012 abbia raddoppiato le vendite, riesce a far registrare un rosso di 11,5 milioni in forza del quale, non solo lascia a secco il fisco italiano, ma addirittura matura un credito di 2,5 milioni mentre in Irlanda macina miliardi di profitti sottoposti ad aliquote fiscali irrisorie. La Corte dei Conti rivela che la sottrazione di base imponibile Iva, nel 2011, ammonta a circa 250 miliardi, con una conseguente perdita annua di gettito dell'ordine di circa 46 miliardi (28% del gettito potenziale). Da gennaio a oggi la GdF ha scoperto 4.933 evasori totali. Hanno nascosto redditi per 17,5 miliardi di euro mentre nei primi sei mesi del 2013 il dato dell'evasione contributiva accertata,pari a oltre 260 milioni, e' più' che raddoppiato (+117%). Nel contempo, sempre in Italia, continua a crescere l'imprenditoria cinese. Nel 2012 hanno superato le 62.200 unità, +34,7% rispetto al 2008 e la Cgia di Mestre precisa che «buona parte di queste attività si sono affermate eludendo gli obblighi fiscali e contributivi e aggirando le norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro».
In questo contesto, le principali preoccupazioni della classe politica italiana di questi ultimi mesi sono state l’agibilità politica del Presidente Silvio Berlusconi e la presunta mancanza della casella prigione nel gioco del “Monopoli”.
Armando Della Bella
copyright © agosto 2013