ROMA. In Italia c’è un’elusione fiscale di circa 640 miliardi di euro, pari al 45% del Pil, contro un dato Istat contenuto al 17%. E’ quanto valuta l’Ares nel dossier «Evasopoli», le vere cifre dell’evasione dal quale emerge che il mercato drogato degli affitti provoca un’evasione di 8 miliardi di euro; nelle costruzioni vi sono attualmente 357.000 lavoratori in nero, il che significa un’evasione contributiva e fiscale di 6 miliardi di euro. Solo nelle ristrutturazioni è stata calcolata un’evasione Iva di circa 10 miliardi.
A livelli massimi viene valutato inoltre il lavoro nero in agricoltura. Il che fa lievitare l’evasione complessiva (contributi, Irpef e Iva) a circa 20 miliardi.
Enorme anche il buco fiscale derivato dall’abusivismo sempre in edilizia. Secondo il Cresme dal 1994 al 2002 sarebbero stati costruiti 362.676 edifici abusivi con una evasione complessiva di almeno 5000 miliardi di euro (tra Iva, Ici, imposte locali etc.).
I privilegi fiscali riconosciuti agli enti ecclesiastici comportano un’evasione complessiva (tra quella legalizzata e quella illegale) pari a circa 40 miliardi di euro. A circa 45 miliardi annui ammonterebbero inoltre tutte le tasse evase da professionisti e da piccoli imprenditori.
Incalcolabile poi il fatturato della criminalità organizzata: si è fatta la stima di circa 200 miliardi tra ’ndrangheta, mafia e camorra.