L'Italia ha il record mondiale di vetture di servizio - Mettendole in fila si arriverebbe da Roma a Mosca
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(Paolo Baroni) Fanno status e tutti le vogliono, dal ministro che magari la preferisce tedesca e superaccessoriata all’ultimo dei dirigenti, che la usa anche per fare la spesa con la moglie o per mandare una semplice lettera da un capo all’altro della città. Se le mettessimo tutte in fila, una davanti all’altra, la riga disegnata sulla carta geografica partirebbe da Roma e terminerebbe 400 chilometri più a Est di Mosca. Mentre in strada possono arrivare a formare un unico serpentone lungo 2.756 chilometri che da Roma arriva addirittura a Lisbona. I costi di gestione valgono una mezza Finanziaria, altrettanto il loro acquisto. Mentre per il loro lavaggio occorre requisire addirittura una diga.
Primato mondiale
Se queste cifre sembrano esagerate è solo perché è assolutamente esagerato il numero delle «auto blu» che circolano in Italia. Secondo le stime di Contribuenti.it, che negli ultimi due anni ha battuto a tappeto l’intero Paese, oggi le autovetture «blu» assegnate d’ufficio a politici, amministratori e dirigenti pubblici sono addirittura il triplo rispetto a due anni fa: ovvero 574.215 anziché 198.596. Numeri da record del mondo o solamente cifre un poco sovrastimate? «Se consideriamo che solo le auto dell’apparato statale sono all’incirca 200 mila e a queste aggiungiamo quelle di Comuni, Province, Comunità montane, consorzi, enti ed aziende pubbliche - risponde il direttore dell’associazione Vittorio Carlomagno - vediamo che si arriva esattamente a questa cifra. Il problema è che in Italia negli ultimi tempi gli amministratori pubblici, approfittando del federalismo e del decentramento dei poteri, hanno proprio superato ogni limite».
Una coda infinita
Le nostre 547 mila e passa autovetture pubbliche, se raffrontate alle 73 mila degli Usa, le 65 mila della Francia o le 54 mila della Germania, sono davvero tante. Ed a cascata producono altri numeri da paura. Calcolando una lunghezza media di 4 metri e 80 (misura a metà strada tra un’Alfa 159 ed un’Audi A8) se per assurdo le mettessimo tutte in fila in linea andremmo da Roma a Mosca ed anche oltre, oppure da Madrid ad Ankara. Impilate una sull’altra formerebbero invece una «torre» alta 862 chilometri, 97 volte l’Everest, 1.694 volte la quota del grattacielo più alto del mondo, il «Financial center» di Taipei. E poi non parliamo del parcheggio, dramma quotidiano di ogni italiano: messe in bell’ordine berline, station wagon e supercar occupano all’incirca 746 ettari, l’equivalente di 1065 campi da calcio, oppure dell’intera isola di Ponza. Per produrle una fabbrica come quella dell'Alfa Romeo di Pomigliano dovrebbe lavorare ininterrottamente per quasi 4 anni. Mentre per rifornirle di benzina (diciamo 30 euro di pieno al giorno?) se ne vanno all’incirca 3,2 miliardi di litri di benzina all’anno. Il che significa che oltre 2000 delle 24 mila pompe attive in Italia dovrebbero lavorare in esclusiva per loro.
Un esercito di autisti
Se la logica è quella di un autista per vettura per farle circolare tutte e 574 mila occorre aver a disposizione una «squadra» che corrisponde all’intera popolazione di una provincia grande come quella di Taranto, bambini ed anziani compresi. Se invece ci allarghiamo un poco e calcoliamo 1 autista e mezzo per vettura, arriviamo a quota 861 mila, che corrispondono agli abitanti di Torino o dell'intera provincia di Genova. Un vero esercito, più grande di quello turco che (tanto per fare un altro esempio) conta «appena» 680 mila effettivi. Anche la voce pulizia ha il suo peso: per lavare a mano, all’incirca 50 volte l'anno, tutte e 574.215 queste auto si consumano ben 11,4 milioni di metri cubi d'acqua. Un vero e proprio fiume. O se vogliamo la metà della capienza attuale di una grande diga come quella di Ridracoli, che assicura l'acqua ad un milione di romagnoli e a tutti i turisti della riviera. Non parliamo poi di schiume e detersivi e del loro potere inquinante.
La spesa? Una mezza Finanziaria
Costi funzionamento, noleggi o spese per l’acquisto, non sono meno mostruosi. Senza calcolare tassa di possesso e assicurazione, solo per gli autisti (che per cautela paghiamo come un impiegato, ovvero 25 mila euro l’anno), il pieno (30 euro al giorno) ed i pedaggi (5 euro di media al giorno) la spesa annua ammonta a 18,23 miliardi di euro. In pratica una mezza Finanziaria. Se queste autovetture fossero tutte prese a nolo (contratto tutto compreso per due anni, come prevedono le convenzioni della Consip, l’agenzia del Tesoro che cura gli acquisti collettivi per la pubblica amministrazione) partendo dai 1.125 euro al mese indicati per una Bmw 525D si arriverebbe a spendere 7,9 miliardi l'anno.
Mentre per comperarle, partendo dai 36.200 euro spuntati dalla Consip per una Lancia Thesis 2.4 Jtd con cambio automatico, si arriverebbe a quota 20,7 miliardi di euro. Numeri esagerati? Forse. Allora dimezziamoli: i conti restano comunque altissimi, sia quelli di acquisto che quelli di gestione, e suggeriscono una sola cosa: che bisogna tagliare. Con più decisione di quanto si sia fatto in passato, quando Luigi Cappugi, in qualità di consulente del governo Berlusconi, arrivò a suggerire di usare i taxi ed in contemporanea di dimezzare il parco pubblico per risparmiare almeno 4,8 miliardi di euro l’anno, e poi la sua proposta cadde nel vuoto; e di quanto si sta facendo oggi. Non è un mistero infatti che, nonostante il giro di vite impresso a tutte le spese dal nuovo governo, i risultati stentino ad arrivare.
Basta vedere cosa succede al ministero dell’Economia, in prima fila della battaglia del rigore, la cui spesa per auto blu (in base ad indiscrezioni sui calcoli fatti dalla Ragioneria) è scesa da quota 1,176 milioni del 2004 ai 535 mila euro previsti per il 2007, con un taglio di 416 euro nel 2006 e di appena 43 mila quest’anno.