5 domande a Raffaele Costa
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Onorevole Costa, lei condusse una battaglia spietata contro lo spreco delle auto blu. Sembra persa: perché?
«Il tema torna d’attualità ogni due o tre anni. Di solito il governo in carica prova a mettere in pista un provvedimento tagliasprechi: nei casi più fortunati l’efficacia dura qualche anno, il più delle volte tutto si risolve con grandi promesse».
Difficili da mantenere.
«Cito a memoria: un provvedimento del governo Berlusconi nel ‘94, uno di Prodi nel ‘96, uno nel 2001...»
Intanto ci teniamo il record mondiale.
«E gli sprechi si moltiplicano. Per esempio è diffusa l’abitudine di “riservare” un auto blu, e il suo autista, al servizio di un solo politico o dirigente. E un autista costa 25mila euro l’anno».
Lei riusciì a proibire l’uso di lasciare l’auto blu una volta cessata la carica istituzionale.
«Ancora oggi incontro qualche collega che ci scherza sopra: mi hai lasciato a piedi, dicono».
Lei è stato Ministro, oggi guida la Provincia di Cuneo. Come si è regolato con le auto blu?
«Quando sono arrivato ce n’erano quattro. Una l’ho ceduta alla Croce Rossa, una l’abbiamo venduta a un privato portando 5000 euro nelle casse dell’ente. Le ultime due sono in servizio: le dividiamo io, il vicepresidente, i nove assessori e una ventina di dirigenti». (M. SOD.)