Un testo di intercettazione tra diessino Nicola Latorre e il palazzinaro che cercò di scalare il Corriere della Sera
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MILANO - "Ormai questa mattina a Consorte gliel'ho detto: 'Datemi una tessera perche' io non gliela faccio piu", eh!". E' quel che avrebbe detto l'immobiliarista Stefano Ricucci in una telefonata a Nicola Latorre, fatta il 18 luglio 2005, e contenuta nella perizia depositata oggi per la consultazione delle parti.
- Latorre: Stefano!
- Ricucci: eccolo! Il compagno Ricucci all'appello! - Latorre: (ride)
- Ricucci: ormai questa mattina a Consorte glielo ho detto: 'datemi una tessera perche' io non gliela faccio piu", eh!
- Latorre: ormai sei diventato un pericolo sovversivo.
- Ricucci: e si, eh!
- Latorre: un pericolo sovversivo, rosso oltretutto.
- Ricucci: c'è anche il bollino stamattina! - Latorre: si.
- Ricucci: ho preso da Unipol io tutto... Ho preso, tutto a posto, abbiamo fatto tutte le operazioni con Unipol quindi...
- Latorre: si, si.
- Ricucci: non ti posso dire niente, eh! La conversazione proseguirebbe su temi personali (tra l'altro la festa in piazza a Porto Santo Stefano, all'Argentario, organizzata per la settimana successiva in occasione del matrimonio dell'immobiliarista con Anna Falchi).
Latorre nel concludere la telefonata esorterebbe Ricucci a incontrarsi:
- Latorre: si, si, si. No, ci do... non possiamo, dobbiamo parlarci un po'.