Le trascrizioni delle intercettazioni che tengono i Ds col fiato sospeso - «Facci sognare. Vai». «Devi farti un elenco delle prudenze... delle comunicazioni». Le chiamate con Fassino. E quella di Ricucci
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MILANO - «Devi farti un elenco delle prudenze che devi avere (...) sì... delle comunicazioni». È questo uno dei due passaggi più delicati per Massimo D’Alema tra le frasi indirizzate all’allora numero uno di Unipol, Giovanni Consorte (nella foto). E’ il 14 luglio 2005, il braccio destro dalemiano Nicola Latorre gli passa il leader ds che ha bisogno di parlargli. Consorte è molto preso. D’Alema gli ripete di aver bisogno di parlargli di persona. Consorte ha impegni. Concordano allora un incontro per domenica sera. E intanto arriva il suggerimento di D’Alema. Di cui ieri, come peraltro già un anno fa, circolavano versioni più secche («attento alle comunicazioni», o «hai problemi di comunicazione ») che però non trovano i riscontri invece riconosciuti da più fonti alla più ambivalente frase riportata all’inizio. Che in sè, peraltro avulsa dal contesto completo, può essere compatibile tanto con un allarme dato sul rischio-intercettazioni (lo stesso 14 luglio in cui la moglie di Fazio spiegava al marito di aver appreso da Fiorani che, contrariamente a precedenti assicurazioni di un politico, c’erano telefoni sotto controllo); quanto invece con un invito di D’Alema a Consorte a coltivare meglio l’aspetto delle comunicazioni pubbliche sull’operazione in corso di scalata Unipol alla Bnl.
Bonsignore e il tavolo politico
In un altro passaggio delicato sembra profilarsi una compensazione sul piano politico per una scelta in teoria imprenditoriale. È ancora il 14 luglio, ore 9.46, sempre tramite il telefono di Latorre. Consorte chiede a D’Alema di Vito Bonsignore, socio di Bnl ed europarlamentare Udc: vorrebbe stesse dalla sua parte, ma Bonsignore incorrerebbe in oneri fiscali a vendere.
D’Alema: «Ho parlato con Bonsignore, che dice cosa deve fare, uscire o restare un anno... Se vi serve, resta... Evidentemente è interessato a latere in un tavolo politico».
Consorte: «Chiaro, nessuno fa niente per niente».
Fassino: sto abbottonatissimo
Il 5 luglio Consorte sta trattando per comprare il pacchetto di Bnl controllato dall’ingegner Caltagirone, che capeggia la cordata degli immobiliaristi romani, ma è ancora incerto se vendere invece la propria quota agli spagnoli del Bilbao.
Fassino: «Come siamo messi?».
Consorte: «Eh insomma, stiamo... Entro oggi decidiamo, stiamo in trattativa... perché bisogna capire bene cosa vogliono fare questi signori... diciamo romani... Perché se è una cosa lineare noi la facciamo, se invece non è lineare e non è come noi riteniamo si debba fare... eh noi salutiamo... Rischi, Piero, non ne vogliamo correre».
Fassino: Gli altri cosa fa? Perché mi ha chiamato Abete... Chiedendomi di vedermi, non mi ha spiegato... cioè... voglio parlarti, parlarti a voce, a voce... Viene tra un po’... Su quel fronte lì, cosa succede?
Consorte: «Mah, guarda, su quel fronte lì... eh, noi con... però tu... Ma questa... eh... non gliela devi dire a lui...».
Fassino: «Ma io non gli dico niente, voglio solo avere elementi utili per il colloquio».
Consorte: «No! No, no. Ti sto infatti...»
Fassino: «Sto abbottonatissimo».
Consorte: «Eh no, ma ti dico anche quello che puoi dire e non dire, solo questo».
Fassino: «Ecco, meglio così. Dimmi tu».
Consorte: «Noi, sostanzialmente con gli spagnoli un accordo l'abbiamo raggiunto. Anzi, non sostanzialmente ma di fatto proprio, concreto».
Fassino: «Che si configurerebbe come?».
Consorte: «Che noi aderiamo alla loro Offerta pubblica di scambio...Ci danno il controllo di Bnl Vita...e soprattutto ci danno tutti gli assets, quindi 8 miliardi di euro che Bnl Vita gestisce, cioè tutta l'azienda proprio, praticamente no? Poi ci danno un altro oggetto...».
Fassino: «Ehm».
Consorte: «Che però non si può dire oggi (...) E poi d'altra parte il vero problema è che noi non riusciamo a chiudere l'accordo con Caltagirone».
Fassino: «Qual è il problema?».
Consorte: «Fa delle richieste assurde».
Fassino: «(...) Generali e Della Valle vedono di buon occhio gli spagnoli».
Grazie per l’intervista
7 luglio, ore 9.37
Latorre: «Oggi mi pare che... e’ una giornata importante per una delle questioni».
Ricucci: «(...) Tra due giorni mi devo... riuscire ad andarmene dall’ufficio, perché se no, non riesco più manco a sposarmi...Ti volevo dire che ho letto qui l’intervista di Fassino... Eeh... Ha fatto una presa di posizione positiva su di me e io lo volevo ringraziare».
«Facci sognare»
7 luglio, ore 23.19.
Consorte: «Sto qua con i nostri amici banchieri a vedere come cavolo facciamo a rimediare ’sti soldi».
Latorre: «Ah, te l’ho detto, firmo io le fideiussioni. Non rompere, stai tranquillo».
Consorte: «Ma tu non sei credibile con i soldi, non c’hai una lira... tu mi porti solo debiti».
Latorre: «Se c’è una cosa che non ti porto sono debiti».
Consorte: «Senti, hai parlato con Massimo? ».
Latorre: «Sì, ma lui domani deve andare a Massa Carrara».
Consorte: «Domani vado in Consob. Incontro le cooperative... ci devono dare ancora un po’ di soldi.. Se me li danno.. eh.. andiamo avanti».
Latorre: «Partiamo (...) Se vuoi ti passo Massimo».
Consorte: «Dai, passamelo». (Ride).
D’Alema: «Lei è quello di cui parlano tutti i giornali...»
Consorte: «Guardi, la mia più grande sfortuna... Io volevo passare inosservato, ma non riesco a farcela».
D’Alema: «Eh, inosservato, sì...».
Consorte: «Massimo, ti giuro, il mestiere che faccio io, più si passa inosservati emeglio è... Niente, Massimo, sto provando a farcela... Con l’ingegnere abbiamo chiuso l’accordo questa sera...».
D’Alema: «Ah».
Consorte: «Nel senso che loro ci danno tutto. Adesso mi manca un passaggio importante e fondamentale. Sto riunendo i cooperatori perché sono tutti gasati... Gli ho detto: però dovete darmi i soldi, non è che potete solo incoraggiarmi».
D’Alema: «Di quanto hai bisogno ancora?».
Consorte: «Di qualche centinaio di milioni di euro».
D’Alema: «E dopo di che, fate da soli?».
Consorte: «Sì, Unipol, cinque banche, quattro popolari e una banca svizzera»
D’Alema: «Ah, ah».
Consorte: «Eh, eh (...) E andiamo avanti, facciamo tutto noi. Avremo il 70% di Bnl».
D’Alema: «Ho capito».
Consorte: «Secondo te, Massimo, ci possono rompere i c... a quel punto?».
D’Alema: «No, no.... Sì, qualcuno storcerà il naso, diranno che tu sei amico di Gnutti e Fiorani (...) Va bene. Vai avanti, vai!».
Consorte: «Massimo, noi ce la mettiamo tutta».
D’Alema: «Facci sognare! Vai!».
Consorte: «Anche perché se ce la facciamo, abbiamo recuperato un pezzo di storia, Massimo, perché la Bnl era nata come banca per il mondo cooperativo».
D’Alema: «E si chiama "del Lavoro", quindi possiamo dimenticare?».
Consorte: «Esatto... E’ da fare uno sforzo mostruoso, ma vale la pena a un anno dalle elezioni».
D’Alema: «Va bene, vai...»
Gnutti e Berlusconi
Il 12 luglio, ore 9.29, Fassino chiama Consorte e si lamenta che Gnutti andrà alla cena con Berlusconi. Dicono: chi glielo fa fare di andare a cena con uno che perderà le elezioni? Il 17 luglio, ore 21.57, Consorte comunica a Fassino che l’operazione sarà chiusa domani primadell’apertura della Borsa. Fassino dice: ormai ci stanno attaccando da tutte le parti. E il 18 luglio è il giorno del suo «abbiamo una banca?».
Compagno Ricucci
18 luglio.
Latorre: «Stefano!».
Ricucci: «Eccolo! Il compagno Ricucci all' appello!».
Latorre: ride.
Ricucci: «Ormai questa mattina a Consorte gliel’ho detto: "Datemi una tessera perché io non gliela faccio piu", eh!».
Latorre: «Ormai sei diventato un pericolo sovversivo».
Ricucci: «E sì, eh!».
Latorre: «Un pericolo sovversivo, rosso oltretutto ».
Ricucci: «Ho preso da Unipol io tutto... Ho preso, tutto a posto, abbiamo fatto tutte le operazioni con Unipol, quindi...». (L. Fer.)