La proposta del governo: il ddl venerdì in Consiglio dei ministri - Controlli a campione sui tabulati. Calano i consiglieri degli enti locali
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ROMA - La stretta in arrivo interesserà tutti. Consiglieri regionali, comunali e provinciali e componenti a gettone degli enti pubblici, chi amministra le circoscrizioni e i dirigenti della burocrazia. Ma a far discutere sarà forse la novità dell'ultimora introdotta nel disegno di legge messo a punto dal ministro Giulio Santagata per ridurre i costi della politica e pronto per l'approvazione nel consiglio dei ministri di questa settimana. Ovvero il giro di vite sui telefonini.
Da una ricognizione condotta dal ministero della Funzione pubblica è stato facile scoprire quel che tutti sapevano: sono migliaia in dotazione ai manager ma anche ai semplici dirigenti della burocrazia. E allora, ecco in arrivo un taglio nella dotazione, ma anche un controllo senza precedenti sull'uso che se ne fa. Le amministrazioni statali e locali dovranno dotarsi di piani triennali di riduzione dei costi che comporterà, tra l'altro, l'assegnazione dei telefoni di servizio solo al personale che dovrà garantire una reperibilità permanente. Ma il provvedimento del governo dispone che venga motivata l'assegnazione di questo strumento di lavoro e che venga effettivamente usato solo a scopi di servizio. Così, gli uffici saranno autorizzati a effettuare verifiche a campione sull'utilizzo. Come? Semplice: accedendo ai tabulati. Tutto questo però, assicura chi ha curato il ddl, dovrà avvenire nel rispetto della tutela della privacy. Stessa storia per le auto blu: nei piani triennali, gli enti che ne dispongono dovranno specificare il numero e le finalità di utilizzo. Saranno possibili convenzioni con taxi e autonoleggi per abbattere le spese. Tutti i dati relativi a personale e costi dovranno essere trasmessi al Cnel.
Ma la stretta su cellulari e auto blu costituisce forse la nota più di colore di un disegno di legge assai articolato e che finalmente, dopo due rinvii, approda in Consiglio dei ministri. L'ultimo slittamento dell'esame del testo - che il premier Prodi avrebbe voluto varare entro il 15 giugno - è avvenuto nella seduta di giovedì scorso. "Attendiamo ancora una settimana per accogliere le indicazioni che verranno dalla Conferenza unificata con gli enti locali per raggiungere un accordo ampio, che abbia realmente capacità di incidere sulle spese" spiegava dopo l'ultima seduta di giovedì scorso il primo firmatario, Santagata. Ma il testo è già pronto e tra giovedì e venerdì avrà il via libera del governo, frutto del tavolo istituito a Palazzo Chigi e al quale hanno lavorato i ministeri dell'Economia, degli Interni, Attuazione del programma, Funzione pubblica e Affari regionali. Tante le misure, dunque, le più attese e incisive sui costi della "politica" riguarderanno gli enti locali. Il ddl proporrà una riduzione del numero dei consiglieri di Regioni, Comuni e Province pari "almeno al 10 per cento". Soglia inferiore dunque a quel 25 per cento al quale pure si erano detti disponibili il presidente dell'Anci e sindaco di Firenze Leonardo Domenici e qualche presidente di Regione. Ma le resistenze opposte dagli enti locali hanno finito col pesare. Una svolta si annunzia invece per quei pozzi di spesa dalla dubbia utilità che sono ritenute le Circoscrizioni, con il loro carico di presidenti e consiglieri. Il disegno di legge del governo ne prevederà l'obbligatorietà solo per le città con più di 250 mila abitanti. Accorpamenti in vista per le Comunità montane. Si procederà invece sulla strada già intrapresa con la Finanziaria per ridurre il numero degli enti troppo spesso "inutili". Ma anche per i manager pubblici è prevista una mini stangata: non potranno percepire una retribuzione per posizione e risultato superiore al 30 per cento dell'importo complessivo della busta paga. Limiti in arrivo pure per il ricorso alle consulenze esterne.
E per deputati e senatori? Il governo non può e non vuole interferire con l'autonomia di Camera e Senato, tengono a precisare da Palazzo Chigi. Ma già il 9 luglio gli uffici di presidenza di Montecitorio e Palazzo Madama sono convocati per approvare un piano congiunto di riduzione delle spese che inciderà per lo più su vitalizi (ma dalle prossime legislature) e spese di funzionamento dei palazzi. (Carmelo Lopapa)