L'inchista si riferisce a un comitato d'affari sull'asse San Marino-Bruxelles - Il presidente del Consiglio: «Se l'avviso di garanzia sarà confermato, dimostrarò la mia totale estraneità alle accuse»
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ROMA - Prodi, secondo il sito di Panorama, è indagato dalla procura di Catanzaro per abuso d'atti d'ufficio. Il Premier ha immediatamente replicato che «pur non avendo ricevuto alcun avviso di garanzia o informazione al riguardo, non posso che testimoniare, come sempre, la mia totale fiducia nel lavoro dei magistrati che hanno voluto tutelare la mia persona, se l'avviso di garanzia sarà effettivamente confermato, con un atto che permetterà di dimostrare la mia totale estraneità a qualsiasi eventuale accusa». Per la procura, ha scritto il settimanale della Mondadori, l'iscrizione del Presidente del Consiglio nel registro degli indagati si tratta di un atto dovuto, anche a tutela delle garanzie della Difesa, che permetterà di chiarire i rapporti tra il premier e altri personaggi sotto inchiesta per la cosiddetta loggia di San Marino.
IL PROCURATORE SMENTISCE LA NOTIZIA - In una nota, il Procuratore di Catanzaro Mariano Lombardi, ha smentito la notizia riportata dal sito web di Panorama: «Non sono a conoscenza - ha fatto sapere Lombardi - dell’iscrizione del Presidente del Consiglio dei Ministri nel registro degli indagati. Ritengo che se il sostituto De Magistris avesse deciso o avesse iscritto il Presidente del Consiglio nel registro degli indagati avrebbe dovuto informarmi ma questo non è avvenuto e quindi non sono in grado di dare chiarimenti in merito».
L'INCHIESTA SULLA LOGGIA DI SAN MARINO - Che l'inchiesta si fosse allargata in ambiti non lontani dal premier era cosa già nota. «Da mesi il sostituto procuratore Luigi De Magistris - scrive Panorama - sta indagando su un presunto comitato d'affari che, sull'asse San Marino-Bruxelles, si sarebbe arricchito incassando finanziamenti dell'Unione europea in modo illegale. Al centro dell'inchiesta, oltre a numerose società sospette, ci sono alcuni uomini considerati dagli inquirenti molto vicini a Prodi e che sono già stati iscritti sul registro degli indagati per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Come l'onorevole Sandro Gozi, ex funzionario dell'Unione europea, già "assistente politico" di Prodi a Bruxelles e attualmente suo sostituto in Commissione Affari Costituzionali della Camera». «Per De Magistris - scrive Panorama - uno degli uomini chiave a San Marino sarebbe, invece, un'altra vecchia conoscenza del Professore: Piero Scarpellini, 57 anni, impiegato in una società con sede nella Repubblica del Monte Titano e definito dal pm nel decreto di perquisizione «consulente di Prodi» («consulente non pagato dell'ufficio del consigliere diplomatico della presidenza del consiglio per i paesi africani» ha precisato di recente palazzo Chigi)».
I SOSPETTI SU UN NUMERO TELEFONICO - «I personaggi in questione - aggiunge Panorama - sarebbero tra i principali interlocutori dell'utenza telefonica 32074... intestata alla Delta spa e che De Magistris ipotizzerebbe essere riconducibile al «Presidente del consiglio dei ministri, o a qualche diretto collaboratore del suo staff». Adesso la procura vuole capire se ci sia un nesso tra la perfetta conoscenza da parte dell'entourage del premier della macchina comunitaria e di tutti i suoi ingranaggi (Prodi è stato presidente della commissione dal 1999 al 2004) e le presunte truffe euromilionarie ai danni dell'Unione europea». «Gli inquirenti - prosegue Panorama - non escludono che il Professore fosse all'oscuro delle operazioni sospette realizzate intorno a lui e sulla cui illegalità gli investigatori avrebbero già trovato nelle ultime settimane riscontri, documentali e testimoniali. Dall'inizio dell'inchiesta uno degli strumenti investigativi più utilizzati dall'accusa sono stati i tabulati telefonici. Ora, per poter valutare la posizione dell'onorevole Prodi, gli inquirenti potranno chiedere l'autorizzazione al parlamento per l'acquisizione del traffico telefonico del premier, in base alla legge numero 140 del 20 giugno 2003».