Sotto inchiesta il capo di stato maggiore della Finanza e uomini dei servizi - L'inchiesta parte da Catanzaro e si estende a Milano e Roma: perquisiti uffici di esponenti della giunta regionale calabrese
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CATANZARO - Perquisizione negli uffici della giunta regionale calabrese , ma anche di imprenditori e uomini delle forze dell'ordine. E successivamente anche negli uffici di imprenditori e politici a Milano, Padova e Roma. L'accusa della procura della Repubblica di Catanzaro: aver fatto parte dal 2001 in avanti di un presunto gruppo di potere che avrebbe gestito affari realizzati grazie a truffe basate sull'utilizzo illegale di finanziamenti pubblici, statali e comunitari. Le ipotesi di reato sono quelle di truffa, violazione della legge sul finanziamento ai partiti politici, associazione a delinquere, violazione della legge Anselmi sulle organizzazioni segrete, corruzione.
ESPONENTI POLITICI - Gli esponenti politici calabresi interessati sono il vicepresidente della Giunta regionale ed assessore al Turismo Nicola Adamo (Ds), l'assessore all'agricoltura Mario Pirillo (Partito democratico meridionale) ed il consigliere regionale Antonio Acri (Ds). Le perquisizioni sono state svolte dai carabinieri, che hanno consegnato il mandato del sostituto procuratore della Repubblica Luigi De Magistris al direttore generale dell'assemblea calabrese. Al mandato di perquisizione erano allegate alcune trascrizioni relative ad intercettazioni ambientali, che gli uffici del Consiglio non hanno inteso acquisire.
ALTRI COINVOLTI - Nell'inchiesta della Procura di Catanzaro ha subito una perquisizione anche il generale Paolo Poletti, della Guardia di Finanza, di 51 anni, attuale capo di Stato Maggiore delle Fiamme Gialle. Secondo l'accusa sarebbe stato il punto di riferimento dell'imprenditore calabrese Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria, le cui attività rappresentano uno dei filoni principali dell'inchiesta.
INDAGATI - Ma l'inchiesta non si ferma a Catanzaro, bensì si estende anche a diverse città italiane. Successivamente infatti è stato reso noto un elenco di persone che hanno ricevuto le informazioni di garanzia nell'ambito dell'inchiesta: sono Franco Bonferroni, consigliere d'amministrazione di Finmeccanica e con cariche in diverse società e con collegamenti con esponenti del mondo bancario ed imprenditoriale; Pietro Macrì, presidente della società Met Sviluppo e del settore terziario della Confindustria di Vibo Valentia; Luigi Filippo Mamone, dirigente della Regione Calabria; Francesco De Grano, dirigente della Regione Calabria e responsabile del settore finanziamenti Por 2007-2013; Maria Angela De Grano, sorella di Francesco, con cariche in diverse società; il già citato Paolo Poletti, capo di stato maggiore della Guardia di finanza; Valerio Carducci, punto di riferimento di Antonio Saladino (ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria) per i contatti con gli ambienti parlamentari; Gianfranco Luzzo, ex assessore alla Sanità della Regione Calabria, anch'egli legato a Saladino; il già citato Mario Pirillo, attuale assessore all'Agricoltura della Regione Calabria; Massimo Stellato, capocentro del Sismi di Padova, ed il fratello Gianmario; Vincenzo Bifano, persona che insieme a Saladino avrebbe avuto un ruolo di rilievo nell' attuazione del presunto disegno criminoso; Gerardo Carnevale, componente dello staff del consigliere regionale della Calabria dei Ds Antonio Acri; il già citato Nicola Adamo, vicepresidente della Regione Calabria ed assessore al Turismo; il già citato Antonio Acri, consigliere regionale della Calabria; Brunella Bruno, in servizio al Cesis, indicata come persona legata ai generali della Guardia di finanza Cretella e Poletti; Armando Zuliani, imprenditore; Francesco Indrieri, commercialista, persona vicina all'imprenditore del settore della grande distribuzione commerciale Antonio Gatto; Salvatore Domenico Galati, componente dello staff del senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, coordinatore regionale del partito, e Piero Scarpellini, imprenditore emiliano.
LE IPOTESI DI REATO - La Procura di Catanzaro, sulla base delle valutazioni finora acquisite, è convinta che «artificiosamente siano state costituite una serie di societá, create ad hoc, per fare profitto illecito ed ottenere commesse nell'ambito degli appalti e delle gare e per perpetrare ingenti truffe ai danni della comunitá europea nell'ambito dei finanziamenti pubblici di volta in volta confluiti presso le casse della Regione Calabria da parte dell'Unione Europea, utilizzando spesso le società per piazzare, quale controprestazione sinallagmatica, persone che hanno prestato loro opere in favore dei vari solidali». Non solo. Dall'esame analitico delle compagini societarie, ed anche attraverso la verifica delle visure di tipo storico, «è emerso che diversi nominativi di persone coinvolte, soprattutto taluni indagati, compaiono in diversi assetti di società, spesso con ruoli apicali, talvolta uscendo da alcune per rientrare in altre di medesimo oggetto sociale. Tenuto conto, altresì - scrive il magistrato - che le societá interessate, che sembrano costituire un collaudato sistema di »scatole cinesi«, hanno quasi sempre come oggetto sociale il settore ambientale (rifiuti o acque), quello immobiliare, quello finanziario, quello informatico, quello dei servizi e del terziario, e che risultano rapporti e transazioni per il reimpiego, verosimilmente, delle somme illecitamente acquisite con società fiduciarie».