L’esponente della Quercia: senza i fondi venuti dal voto non avremmo battuto la Cdl - Il tesoriere Sposetti: bisogna tornare al finanziamento statale - Prodiani all’attacco: greve, sul Pd ha idee opposte alle nostre
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ROMA — Incurante del ciclone dell’antipolitica che chiede di abbattere i costi del sistema, il cassiere dei Ds Ugo Sposetti si tuffa controcorrente e, intervistato dal Giornale, rilancia il suo cavallo di battaglia: tornare al finanziamento pubblico, elargire, come titola il quotidiano in prima pagina, «più soldi ai partiti». Immediata e furente la protesta di prodiani, dipietristi, radicali e di tanti nel centrodestra, una levata di scudi che Sposetti liquida come «belle animelle che storcono il naso», per «opportunismo» o per «malafede ».
Il teorema del deputato che da cinque anni lavora con innegabile successo per risanare i disastrati bilanci della Quercia è noto, negare risorse alla politica per lui significa «colpire al cuore la democrazia». Ma nel Partito democratico sono tanti a non pensarla così. Da Arturo Parisi a Romano Prodi, che da quando si è insediato a Palazzo Chigi si è messo al lavoro per tagliare le spese della politica.
Non a caso il commento più aspro alla proposta di rispolverare il finanziamento pubblico arriva da Franco Monaco. Per il deputato vicinissimo a Prodi lodare le virtù delle norme sul rimborso elettorale e concludere, come fa Sposetti, che senza i soldi incassati dall’Ulivo grazie a quella legge «la vittoria contro Berlusconi sarebbe stata impossibile», è cosa «greve e insolente», degna della massima indignazione: «Possiamo anche perdere ma non perderci, vendendo l’anima — stigmatizza Monaco —. Il Pd che vogliamo noi è opposto a quello di Sposetti».
Per i prodiani come Marina Magistrelli, insomma, il cassiere è «l’anima nera dei Ds», perché è vero che la politica ha un prezzoma i costi «devono scendere e non salire ancora». IRadicali si dicono «allibiti e indignati», parlano di «rapina » e anche l’Italia dei valori respinge con enfasi l’idea del tesoriere. E dal centrodestra Maurizio Gasparri prepara una proposta di legge, condivisa dal capogruppo di An Ignazio La Russa, per abolire ogni forma di esborso statale ai partiti. Ne avrebbe di cose da dire (contro il finanziamento) anche Rosy Bindi e lo farà presto, ma intanto l’aspirante leader del Pd incassa «onorata e commossa» il sostegno di Francesco De Gregori, il già testimone di nozze di Veltroni che voterà per lei alle primarie del 14 ottobre: «Lo ringrazio per le parole di apprezzamento e stima, è il mio cantautore preferito...». (M.Gu.)