Mario Baccini, ex ministro e senatore Udc, è stato fatto anche il suo nome tra gli inquilini eccellenti di «Svendopoli».
«Non metto in discussione i valori di un’inchiesta giornalistica che ritengo sia utile. Ma vorrei che venissero riportate notizie che siano vere. L’Espresso ha riportato dati che, per quanto mi riguarda, sono sbagliati su tutta la linea».
Qual è la realtà dei fatti?
«Io non ho acquistato da un ente pubblico ma da una società privata, Initium (joint venture tra Lehman Brothers e Generali Properties che nel 2003 conferì all’associazione temporanea Pirelli Re/Ipi il mandato alla vendita di alcuni immobili a Roma; ndr). Sono 8 vani più servizi per circa 250 metri quadri e non 15 vani, attico e superattico. Non è costato 800mila euro ma circa un milione di euro più Iva e sono valori che si riferiscono al 2004. Al 2004 erano valori di mercato».
Quando si è stabilito in quell’immobile?
«Ero affittuario dal 2001 e pagavo 7 milioni di vecchie lire al mese. Non è esattamente un affitto di favore e per quei tempi era una cifra molto alta. Parliamo di uno stabile di circa 50 anni le cui manutenzioni straordinarie non sono state mai fatte. La casa necessitava di opere di ordinaria e straordinaria manutenzione perché c’erano infiltrazioni».
E il superattico?
«Il superattico di cui si parla è una stanza di 15 metri quadri che è a un livello superiore al resto della casa. Ma non è un superattico che sarebbe un altro appartamento. Questa casa l’ho comprata insieme a mia moglie investendo i risparmi di entrambi e accendendo un mutuo di cospicuo importo che stiamo pagando insieme. Ho comprato alle stesse condizioni degli altri inquilini del palazzo e degli altri immobili con le stesse caratteristiche che sono nella via. I condomini sono politici, giornalisti, magistrati e dipendenti pubblici».
Ha usufruito dello sconto del 30 per cento?
«Il gruppo che fa capo a Pirelli ha venduto a fondi o a privati ma prima ha chiesto ai condomini se volevano comprare. I condomini dovevano essere già inquilini e dovevano comprare in blocco per avere diritto allo sconto. Nel nostro caso tutti sono diventati proprietari ed è stato applicato lo sconto previsto dalla legge».
La sua casa si trova alla Balduina, una nota zona residenziale romana. Poteva essere definito il suo un immobile di pregio?
«Venga in via Filippo Niccolai. Non stiamo parlando né di Parioli né del centro né di Prati. La vera Balduina è quella che sta più sopra. Sono persone del ceto medio quelle che abitano in questa strada. Non è una zona residenziale di fascia alta. E poi sono fabbricati di 50 anni fa».
Lei ha avvicinato in qualche modo Initium prima della compravendita o ha approfittato del suo status di parlamentare per ottenere dei vantaggi?
«Hanno fatto un’offerta: “Questo è il prezzo, questo è lo sconto” e tutti hanno comprato. Non voglio essere assimilato ad altre situazioni. Non mi sono comprato tutto il palazzo. In una trattativa privata se riesco a ottenere un vantaggio, non procuro un danno al pubblico. Io e mia moglie eravamo indecisi perché il prezzo era impegnativo. Ho comprato alle stesse condizioni degli altri».
Quindi lei non c’entra niente con la vicenda?
«Non ho nulla di cui giustificarmi ma devo ristabilire il mio onore che è stato leso. Soprattutto perché non ho nulla da nascondere e tutte le formali carte le metto a disposizione di questa inchiesta. Io cercavo una casa che potesse andare bene per la mia famiglia, mia moglie e i miei tre figli. Ho fatto una scommessa con mia moglie sperando che potessimo acquistare questa casa visto che ci vivevamo in affitto da tre anni. Se non me l’avessero venduta, io ne avrei acquistata un’altra».