Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, in una vista a sorpresa, e' arrivato ieri nella base americana in Iraq.
Il presidente americano č uscito dalla Casa Bianca in segreto nella notte per imbarcarsi sull'Air Force One e raggiungere, dopo un volo di 11 ore, la base aerea di Al Asad, nella provincia di Anbar, a ovest di Baghdad e il cosidetto il tiangolo Sunnita, una delle piu' pericolose zone del Paese.
Durante un suo incontro con i militari, Bush ha detto che "sara' possibile mantenere la sicurezza nel paese, con meno forze americane, se i progressi continueranno", ed ha continuato dicendo: "Il generale (David) Petraeus e l'ambasciatore (Ryan) Crocker mi hanno detto che se continueranno quel genere di successi cui stiamo assistendo sara' possibile mantenere lo stesso livello di sicurezza con meno soldati americani".
Sempre ieri, a loro volta sono partiti dal Kurdistan verso Baghdad sia il presidente della Repubblica - il curdo Jalal Talabani, che si trovava nella cittą di Sulemani - sia il presidente della Regione del Kurdistan, Massuod Barzani, per incontrare Bush e il suo staff e per esaminare l'attuale situazione. I Curdi hanno avuto e tuttora hanno un ruolo importante nella pacificazione tra vari fazioni confessionali particolarmente tra gli Sciiti e i Sunniti.
La vista di George W. Bush con i suoi piu' stretti consiglieri militari in Iraq, e' un'autentica seduta del "consiglio di guerra" della Casa Bianca: lo ha puntualizzato uno dei portavoce del presidente americano al suo seguito, Geoff Morrell.
In programma, l'incontro tra Bush e autorita' irachene come il premier sciita Nouri al-Maliki, e i capi tribu' sunniti della provincia occidentale di al-Anbar che un volta erano i nemici acerrimi del governo di Baghdad, gli sceicchi e i feudatari delle comunita' della zona che negli ultimi mesi hanno cambiato radicalmente fronte, schierandosi localmente contro 'al-Qaeda' e al fianco delle forze multinazionali e dell'esercito iracheno.
Questa vista del Presidente americano avviene nel momento in cui mancano solo pochi giorni al 15 settembre, data fissata per la presentazione ufficiale del cruciale rapporto sulla situazione della sicurezza in Iraq, alla luce dell'invio di ulteriori truppe deciso in gennaio dall'amministrazione Usa.