«Il suo atto è illegittimo». Il vicepremier «preoccupato per la perdita di credibilità della giustizia»
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MILANO - A inizio settimana, dopo aver depositato alla Camera la memoria difensiva: «La sua è stata una abnorme invasione di campo». Ieri, alla festa dell' Unità di Modena: «Il suo è stato un atto palesemente illegittimo». Le parole del ministro Massimo D' Alema tornano a incrociare l' operato del gip Clementina Forleo, il giudice di Milano che ha chiesto al Parlamento la possibilità di utilizzare le intercettazioni telefoniche di parlamentari. Una «cosa che non le compete» ha tagliato netto il vicepremier. Perché, alla fine, «ci preoccupiamo tanto della crisi di credibilità della politica: ma un altro problema è il ridursi della credibilità della giustizia».
Nei giorni scorsi, nel suo ufficio, Clementina Forleo ha tuonato contro «chi non accetta che la legge sia uguale per tutti». D' Alema: «Le telefonate con Consorte, sapendo di essere spiato, non le rifarei. In ogni modo: sono totalmente innocue dal punto di vista penale. Sono state usate, questo sì, per una campagna contro il nostro partito».
Nell' atto giudiziario, il gip cita il reato di insider trading. Di nuovo D' Alema, che prima dell' affondo s' è preso una parentesi per spiegare al pubblico cosa l' insider trading sia: «Subito dopo le telefonate, il valore delle azioni non è cresciuto di un centesimo. Anzi, è lievemente calato, segno che nessuno ha acquistato azioni». E segno che «il reato non è stato commesso». Nonostante le accuse della Forleo, un gip che, aveva già detto il ministro, si è resa protagonista di «asserzioni assolutamente stupefacenti e illegittime», che appaiono «sospinte da una pregiudizievole animosità estranea alla cultura e alla funzione propria di un giudice che si esprime con tanta acrimonia».
D' Alema, e lo stesso ha fatto Piero Fassino, ha depositato la memoria difensiva alla Giunta per le autorizzazioni. A giorni, ci sarà la decisione. E, a breve, la Procura chiuderà l' inchiesta Unipol-Bnl. Varie fonti giudiziarie e investigative hanno confermato che il lavoro d' indagine sulla fallita scalata bancaria «è ormai concluso». Ultimata, da parte della Guardia di finanza, la non facile ricostruzione contabile dei singoli tasselli finanziari, che ha fornito i riscontri economici alle presunte trattative occulte che emergevano dalle intercettazioni dell' estate di due anni fa.
Un eventuale ordine del Parlamento di distruggere le intercettazioni dei politici, secondo gli inquirenti, potrebbe solo impedire di aggiungere tra i possibili indagati anche i diessini D' Alema e Latorre, rendendo indimostrabili i sospetti della Procura sul loro ruolo nelle trattative riservate tra Consorte e Vito Bonsignore, politico Udc e azionista Bnl. Ha detto D' Alema: «Qualcuno voleva sapere se eravamo favorevoli al fatto che le cooperative acquistassero la Bnl? Sì. Anche perché, dal punto di vista economico, mi chiedo se non sarebbe stato meglio che, anziché divenire legittimità di proprietà di una grande banca straniera, Bnl fosse stata acquistata dalle cooperative». (Galli Andrea)