Fa discutere la richiesta del ministro della Giustizia al Csm di spostare De Magistris - Ambienti della Procura: "Ritorsione". In corso accertamenti che coinvolgono il Guardasigilli - Il magistrato: "Sono sereno, vado avanti come e più di prima"
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CATANZARO - Una forma di ritorsione: così viene interpretata in alcuni ambienti della Procura della Repubblica di Catanzaro la richiesta del ministro della Giustizia Clemente Mastella al Csm di disporre il trasferimento cautelare d'ufficio nei confronti del pm di Catanzaro Luigi de Magistris. Ritorsione per gli accertamenti in corso nei confronti del ministro nell'ambito dell'inchiesta "Why Not", per la quale, peraltro, stamattina si è confermato che Mastella non è indagato.
Secondo gli stessi ambienti, la richiesta di Mastella mirerebbe a togliere l'inchiesta al sostituto De Magistris per farla assegnare, nel momento in cui lo stesso pm venisse trasferito, ad un altro magistrato. L'iniziativa, si fa notare, giunge proprio nel momento in cui il pm De Magistris sta valutando se iscrivere il ministro nel registro degli indagati.
Sono infatti in corso accertamenti sui rapporti fra il Guardasigilli con alcune persone indagate nell'inchiesta "Why Not". In particolare, si stanno valutando le intercettazioni dei colloqui telefonici che il ministro della Giustizia avrebbe avuto con gli imprenditori Antonio Saladino, esponente della Compagnia delle opere ed ex direttore della "Why Not", che si occupa di lavoro interinale; con l'ex giornalista Luigi Bisignani, consulente della società Ilte, e con il costruttore Valerio Carducci, che in passato si è occupato di lavori di ristrutturazione nel palazzo di Montecitorio.
De Magistris oggi si è detto sereno. "Vado avanti come e più di prima" ha detto ai giornalisti prima di andare in ufficio, senza voler aggiungere altro. Ma la richiesta di Mastella - su cui la sezione disciplinare del Csm si pronuncerà nella riunione fissata per l'8 ottobre - fa discutere, suscitando polemiche a 360 gradi. La parlamentare di An Angela Napoli invita Mastella ad occuparsi di "'ndrangheta e corruzione che opprimono la Calabria" e non dei "magistrati che con coraggio e determinazione intendono applicare la giustizia".
Giacomo Mancini, parlamentare dello Sdi, giudica l'uscita del Guardasigilli "un'azione devastante come la strage di Capaci con la quale la mafia trucidò Giovanni Falcone" ed equivale ad un "attentato contro la democrazia".
"Atto gravissimo" anche per i Radicali. "La proposta del ministro Clemente Mastella di trasferire il dottor Luigi De Magistris rappresenta un evidente tentativo di bloccare due indagini importanti con le quali si cerca di fare luce sul sistema di malaffare che coinvolge politici, imprenditori e magistrati in Basilicata e Calabria" scrivono in una nota congiunta il parlamentare europeo Marco Cappato, il deputato Maurizio Turco e Maurizio Bolognetti, Segretario dei Radicali lucani, a nome di Radicali italiani.
Carlo Leoni, vicepresidente di Sinistra Democratica alla Camera chiede che Mastella chiarisca in Parlamento. "E' importante conoscere le motivazioni del ministro per fugare, anche in noi, ogni preoccupazione". Stessa richiesta anche da Giovanni Russo Spena. Il capogruppo Prc al Senato commenta: "Ci auguriamo che il ministro Mastella chiarisca al più presto i motivi che lo hanno spinto a chiedere il trasferimento del pm di Catanzaro De Magistris perché per il momento non lo ha fatto". E da Cesare Salvi, presidente della Commissione Giustizia del Senato, che accoglie con "preoccupazione e perplessità" l'iniziativa del ministro, che "allo stato delle conoscenze, appare priva di giustificazioni".