Lampeggianti blu - Il titolare dell’Ambiente Pecoraro Scanio alle prese con la flotta di fuoristrada acquistati dalla Toyota per ordine del precedente governo - L’ex ministro Matteoli aveva comprato 14 gipponi, che ora sgommano per Roma
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Motore sei cilindri a vu, ventiquattro valvole, di 3.311 centimetri cubici. Potenza: 272 cavalli. Velocità massima: 200 chilometri orari. Insomma, una bestia. E non soltanto per le prestazioni. Il Lexus rx400h è lungo quasi cinque metri e pesa due tonnellate. L’ultimo gioiellone della casa automobffistica controllata dalla gianToyota e specializzata nella produzione di auto di categoria superiore è un Suv in grado anche di marciare alle velocità inferiori spinto da due potenti motori elettrici, senza emettere una sola molecola di anidride carbonica. Grazie al contenuto tecnologico e alla profusione di materiali pregiati il costo può superare 60 mila euro: più o meno come quello dei suvvoni Bmw e Mercedes.
Ebbene, per capire come non uno, ma 14 (quattordici) di questi mostri giapponesi siano finiti alle Capitanerie di porto, si è scomodato perfino Romano Prodi. Un signore ha scritto al presidente del Consiglio che un Suv Lexus argentato targato CP (Charlie Papa, in gergo, cioè Capitaneria di porto) si aggirava sgommando per Roma con tanto di lampeggiante blu sul tetto. Da quando il nuovo governo si è insediato Prodi predica (talvolta al vento) la sobrietà nell’uso delle auto blu e la mattina che ha visto la lettera gli è andato di traverso il caffè.
Gli accertamenti, scattati immediatamente, hanno consentito di appurare che pur dipendendo le Capitanerie da Alessandro Bianchi, i 14 lussuosi gipponi «ecologici» non erano stati acquistati dal ministero dei Trasporti. Bensì da quello dell’Ambiente, di cui la Toyota è stato già in passato importante fornitore di veicoli ibridi. Ma quando? I collaboratori di Alfonso Pecoraro Scamo fanno risalire l’ordine di acquisto a otto mesi prima dell’arrivo del nuovo ministro. Anche perché quella vettura viene prodotta soltanto dal maggio 2005. Il responsabile dell’impegnativo investimento sarebbe quindi il predecessore del leader dei Verdi, il toscano Altero Matteoli (nella foto), esponente di spicco di Alleanza nazionale, che avrebbe lasciato questa ingombrante eredità a Pecoraro Scanio. Il quale, per ironia della sorte, li ha dovuti materialmente consegnare. Nell’occasione, un atto dovuto, si sarebbe anche lasciato sfuggire un commento: «Sapete quanto i Suv mi stiano sul gozzo...» Il suo partito, in occasione della Finanziaria, aveva dichiarato una lotta senza quartiere ai gipponi. Così dura che il sottosegretario all’Economia Paolo Cento, per doverosa coerenza, aveva dovuto vendere il suo. Ma niente paura: i Suv delle Capitanerie sono ibridi e la Finanziaria ha previsto anzi per queste vetture un ecoincentivo di 1.500 euro. E poi non sono nemmeno gli unici gipponi statali. La coscienza può ritenersi, per così dire, pulita.
Per esempio, a quale ministero appartiene quel gigantesco Volkswagen Tuareg nero con paletta dei carabinieri inIìlata sotto l’aletta parasole del guidatore che il 2 dicembre dello scorso anno stazionava nel cortile della cascina Torretta di Sesto San Giovanni circondato da altre 25 auto blu? E quale amministrazione ha acquistato l’altro nuovissimo Tuareg, questa volta argentato, che da qualche settimana si vede sfrecciare nel centro di Roma con il lampeggiante acceso sul tetto? Per chi volesse, uno dei lussuosi Suv Lexus con targa Charlie Papa si può ammirare, ovviamente completo di lampeggiante, parcheggiato davanti al ministero delle Infrastrutture. Dove si trova per assolvere le necessità di trasferimento urbano degli alti dirigenti, come il capo dell’ufficio legislativo del ministro Antonio Di Pietro, Gaetano Caputi. (Sergio Rizzo)