Il caso è partito da un esposto dell'opposizione - Avviso di garanzia per l'assunzione di 90 dirigenti. Perquisiti gli uffici. Indagati anche quattro alti dirigenti, tra cui Giampiero Borghini
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MILANO — Il primo avviso di garanzia del mandato si manifesta al sindaco Letizia Moratti alle 13 di giovedì quando i carabinieri della nucleo di polizia giudiziaria le notificano l'atto del pm Alfredo Robledo e le perquisiscono la segreteria a Palazzo Marino. L'accusa è di abuso d'ufficio per l'assunzione a tempo determinato di 90 persone con incarichi dirigenziali o di «alta specializzazione ». Tra «luglio 2006 e febbraio 2007», Letizia Moratti (foto), «in violazione delle leggi», «ha dato impulso al principio di esecuzione delle procedure con le quali venivano affidati a soggetti esterni all'ente incarichi dirigenziali», si legge nelle tre pagine d'accusa. Con il sindaco sono indagati quattro alti dirigenti. Tre (come il direttore generale Giampiero Borghini, ex sindaco craxiano di una giunta decimata da Tangentopoli) sono accusati di concussione: avrebbero costretto dieci dipendenti ad andare in pensione per fare posto ai raccomandati. È la seconda tegola che in meno di due mesi si abbatte sulla giunta milanese per questa vicenda.
La prima risale all' 8 ottobre, quando il procuratore della corte dei Conti lombarda Domenico Spadaro chiuse l'indagine contabile e presentò all'esecutivo un conto salato da 11 milioni di euro. L'indagine penale è cominciata la scorsa estate quando in procura arrivarono alcuni esposti, tra cui quello del consigliere comunale Basilio Rizzo che, con altri esponenti d'opposizione, aveva già dato il via all'inchiesta contabile. Le denunce segnalavano che, nel passaggio delle consegne da Albertini a Moratti, tra giugno 2006 e febbraio 2007 erano state assunte a tempo determinato (i contratti scadono con il mandato del sindaco) persone senza i titoli adeguati. Si parlò anche di una decina di dirigenti costretti alla pensione. Il pm Robledo ha chiamato uno per uno 12 pensionati: due hanno detto di essere andati via spontaneamente, gli altri di averlo fatto a malincuore e solo dopo aver subito pressioni. Erano dirigenti retribuiti più dei parigrado perché avevano incarichi particolari.
Con «plurime e concordanti» dichiarazioni, hanno raccontato di essere stati chiamati in Comune a fine estate 2006. «Mi dissero che non avrei riavuto l'incarico e mi consigliarono di andare in pensione anticipatamente con un incentivo economico pari a quattro mensilità», ha messo a verbale uno di loro. Facendo così avrebbe contato su una pensione calcolata sugli ultimi ricchi stipendi e non sui successivi da semplice dirigente che sarebbero stati inferiori del 25%. La decisione andava presa subito: «Mi stavano sottoponendo a mobbing — ha raccontato un altro, pensionato forzato dopo 33 anni di servizio —. Dovevo decidere entro il pomeriggio». Per Robledo si tratta di concussione: accusa per il vice direttore generale Rita Amabile e l'ex direttore risorse umane Federico Bordogna, oltre che per Borghini. Il capitolo abuso d'ufficio — Moratti, Borghini — conferma e approfondisce le conclusioni contabili. Al sindaco spetta l'indicazione dei soggetti (è il cosiddetto spoil sistem) cui affidare gli incarichi, a patto che i candidati abbiano i titoli previsti dalla legge.
Invece, secondo l'accusa, questi criteri non sarebbero stati rispettati anche grazie a una modifica al regolamento comunale che, tre giorni prima delle nomine, eliminò l'obbligo della laurea per gli incarichi dirigenziali e di alta specializzazione per i candidati che vantano «concrete e qualificate esperienze di lavoro». L'indagine si è soffermata sull'ufficio stampa dove risulterebbero molte irregolarità. Come l'assunzione a poco meno di 80 mila euro lordi l'anno di una persona che nel curriculum ha dichiarato di essere stato «fotografo personale di Letizia Moratti» nella campagna elettorale. Un sistema che ha fatto raddoppiare il numero delle direzioni direzioni centrali (da 13 a 23) e gli stipendi dei dirigenti. Per Borghini e per il capo di gabinetto della Moratti, Alberto Bonetti Baroggi, consiglieri regionali di FI, Robledo, infine, ipotizza anche la truffa ai danni dello stato perché percepiscono uno stipendio dal Comune e un altro dalla Regione, mentre avrebbero dovuto optare per uno dei due. Carabinieri e Guardia di finanza sono rimasti fino a notte in Comune acquisendo una mole di documenti che finiranno sotto le lenti di ingrandimento. (Giuseppe Guastella)