Tutto iniziò con il vino al metanolo e forse a quell’epoca poteva essere considerato un episodio sporadico, dovuto all’interesse di gente senza scrupoli pronta a tutto per il proprio tornaconto. Ma poi fu la volta della mucca pazza (con conseguente divieto di consumare la famosa bistecca “fiorentina”), le uova e la salmonellosi, l’influenza dei polli (la temuta aviaria). Oggi è la volta di due dei prodotti italiani più famosi nel mondo: la mozzarella di bufala campana (alla diossina) ed il vino Brunello (falsificato). La conseguenza? Esportazioni bloccate specie verso i paesi orientali. Cosa sta succedendo?
“E’ questa la prova che l’emergenza salute è davvero seria - dice ARMANDO DELLA BELLA, dell’ UNIONE DEMOCRATICA CONSUMATORI, capolista in Veneto, alla Camera dei Deputati e coordinatore dell’associazione CITTADINI ATTIVI di Padova – non siamo più sicuri di cosa mangiamo o beviamo e non è un episodio ma è diventato proprio un malcostume permanente. Si è diventati tutti irresponsabili specie nei confronti dei nostri bambini che sono le categorie più a rischio. Ma cosa fanno gli organi preposti al controllo?”
“Come consumatori - osserva ancora il candidato capolista – la nostra salute è a rischio altissimo. I NAS, i distretti sanitari, gli uffici d’igiene dovrebbero fare controlli ancora più serrati. Non bisogna permettere che la merce qualitativamente inadeguata giunga sulle nostre tavole sostenendo un costo esagerato solo per specularci sopra. E poi da quale pulpito giunge la predica, proprio da chi ha bloccato le importazioni dei prodotti italiani e continua ad esportare, da noi, tranquillamente e senza tanti controlli, prodotti di tutti i generi. Se pensiamo che in questi paesi diverse coltivazioni avvengano in luoghi pieni di residui tossici ed altro, è quanto dire. “Occhio non vede cuore non duole” e poi facciamo la polemica per la mozzarella di bufala: è da ipocriti.”
“Noi dell’ UNIONE DEMOCRATICA CONSUMATORI e CITTADINI ATTIVI - conclude Della Bella – proponiamo un potenziamento dei controlli, imponendo anche delle pene severe per chi attenta alla salute pubblica. C’è da impegnarsi tanto in tal senso garantendo anche gli strumenti per farlo. La salute è un diritto di tutti, è sancita dalla Costituzione e deve essere tutelata a cominciare da ciò che mangiamo.”