Ha raccontanto tutto per "salvare" se stessa e la sua azienda. E, così facendo, ha dato il via ad un terremoto giudiziario che, fin dalle prime indagini, promette di scuotere il panorama politico e affaristico nazionale, facendo emergere timori di poteri trasversali e massonici. Si chiama Caterina Merante, ha 38 anni ed è l'ex direttrice generale della società "Why not", associata alla Compagnia delle Opere, da cui prende il nome la nuova inchiesta della Procura di Catanzaro.
Ventisei le perquisizioni effettuate nei giorni scorsi lungo l'asse Reggio Calabria-Padova-Roma-Milano. Venti le informazioni di garanzia notificate in cui si ipotizzano, a vario titolo, reati che vanno dall'associazione per delinquere, alla truffa, alla corruzione, alla violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete, al finanziamento illecito dei partiti.
Stralci degli atti del sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris (foto) sono stati pubblicati oggi sul quotidiano La Gazzetta del Sud. "I patti illeciti si verificano soprattutto nell'approvazione dei contratti d'area e di programma, dove significativo, dal punto di vista investigativo, è l'asse Ds-Udc". Esistono "comuni colleganze affaristiche tra società e persone riconducibili, anche indirettamente, ad amministratori pubblici facenti parti di opposti schieramenti, delineandosi in tal modo un controllo - si potrebbe dire blindato - di fette rilevanti della spesa pubblica".
Intervistata oggi sulle pagine de Il Quotidiano di Calabria, Caterina Merante, l'ex braccio destro di Antonio Saladino, a sua volta ex-presidente calabrese della Compagnia delle Opere e coinvolto nell'inchiesta, ha rivelato: "La Why not veniva accusata di turbativa d'asta e quando i carabinieri sono venuti a perquisire i nostri uffici credevano che la societ fosse ancora di Saladino, ma non era cosi' da due anni". La super-teste ha parlato anche di vessazioni subite dalla Regione, culminate nell'annullamento di un bando di gara, lo scorso marzo, che interessava la sua società, che ha comunque diversi contratti in atto con la Regione.
Intanto, Antonio Saladino ha annunciato querela nei confronti della Merante e dell'altro teste dell'inchiesta."Ho sporto - sostiene in una nota Saladino - formale querela contro due soggetti di cui non ricordo il nome, i quali, volgarmente ed ignobilmente, oltre a raccontare un cumulo di fandonie, mi hanno accusato di fare parte della massoneria e di avere costretto alcuni miei collaboratori a fare uso di psicofarmaci al fine di renderli piu' mansueti".
Già da ieri, però, sono spuntati nomi eccellenti nell'ambito dell'inchiesta. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella, alla notizia della pubblicazione sui giornali di oggi di intercettazioni telefoniche che lo riguarderebbero insieme ad uno degli imprenditori indagati, ha commentato: "Emergera' chiaramente dal contenuto di tali conversazioni la loro assoluta irrilevanza, non avendo mai avuto con l'interessato rapporti di affari".