Caro Collega Paganin,
deve scusare il tono provocatorio della mia precedente... in realtà mi succede questo, spero lei mi capisca: credo tanto nella Scuola come missione formativa insostituibile, mi identifico talmente nel ruolo che porto avanti nella mia realtà, che reagisco con veemenza alla disinformazione, alle strumentalizzazioni, a vere e proprie mistificazioni, che utilizzano i temi ed i problemi scolastici per altri fini, spesso bassi e meschini.
Avevo reagito, stavolta con Augias, per la sua nota del 13.06, indirizzandomi a lui in questi termini: "...Augias invece si atteggia ad esperto in qualsiasi campo, emette giudizi che sono stroncature naturalmente a senso unico. Stavolta sentenzia che "Non potendo abolire l'esame di stato....si è scelta la strada... soprattutto di facilitare le scuole disposte a chiudere un occhio sulla preparazione degli alunni in cambio di sostanziosi contributi... " (?!?!?) perché, a suo dire, "...una scuola priva di mezzi è destinata a diventare scadente...." ecc ecc. Non c'entra nulla con il discorso, risulta offensivo nei confronti delle Persone che operano nella Scuola, è del tutto infondato (contributi alle scuole che.. facilitano gli esami chiudendo un occhio? ma dove vive questo?) ma lui voleva concludere così...".
Con Augias poi è seguito un interessante interscambio, nel corso del quale mi ha girato la sua lettera (ecco spiegato il PS.... è di Augias e io l'ho riprodotto).
Il fatto è che sono sempre più convinto di questo: in genere si guarda alla Scuola partendo da quello che si conosce, e per i più la Scuola è quella del proprio vissuto... se la propria esperienza è stata felice, appagante (il che purtroppo non accade quasi mai...) allora si parte da un'immagine positiva; se viceversa è stata fonte di delusioni o di vere e proprie frustrazioni, si finisce (inconsciamente, penso) a parlare della scuola di oggi con gli occhi di quella di ieri... Se a fare questo, poi, sono giornalisti od opinionisti, il danno che ne deriva alla Scuola è accentuato e "moltiplicato". Ecco perchè ho reagito così alla sua lettera: perchè la sua e qualla di altri vengono poi utilizzate dai tanti Augias per parlare della Scuola a sproposito.
Detto questo, lo so anch'io che il panorama delle Scuole italiane non è idilliaco, e con onestà le dirò di più: il mio Istituto, che non è a Lucca ma in montagna, a Barga, fa parte di un ISI, un mostro a 4 teste con un IPSSAR, un Liceo ex magistrale, un ITI, e appunto, l'ITC, che è piccolo, una sola sezione, ed io ne ho fatto quasi una specie di laboratorio, occupandomene a tempo pieno (come Collaboratore del DS, svolgo in pratica il ruolo del vecchio Preside ma insegno con orario di cattedra). Così seguo personalmente tutto e tutti, conosco i ragazzi ed i colleghi uno per uno... abbiamo da tre anni il Progetto ITEM "copiato" proprio dall'omonima esperienza realizzata al Genovesi di Roma dall'Ispettrice De Vita, e poi la settimana corta, un orario flessibile adattato alle esigenze mutevoli della didattica, il bilinguismo con il Tedesco o Francese come seconda lingua, il rinforzo del lettore di madre lingua a potenziamento dell'Insegnamento linguistico, l'ECDL esteso agli esterni che sono paganti, perciò abbiamo aperto una posizione IVA e la contabilità la gestiscono direttamente i ragazzi di IV e di V con il Prof di Economia Aziendale, stage aziendali per i ragazzi di classe IV per 15 gg a febbraio e poi in estate... da settembre come le dicevo faremo la Scuola di Banca, ecc. E questo grazie non solo al mio impegno ed a quello dei Colleghi, ma ad un ottimo rapporto con il Territorio, ed all'intelligenza del Dirigente Scolastico, che ha sempre vigilato sì, ma mai ostacolato ed anzi supportato con efficacia. Insomma, mi rendo conto che la mia è una realtà - mi consenta l'immodestia - difficilmente riproducibile... ma il mio assunto di partenza è questo: la Scuola italiana ha la possibilità e le energie per fare tutto questo, non è la scuola della Moratti come ieri non era la scuola di Berlinguer. Questi ragazzi, i miei ragazzi come i suoi, vivono ora la loro esperienza formativa, che è irripetibile, non possono aspettare che noi abbiamo risolto i nostri problemi con il ministro o la politica di turno!
Con questo, torno a scusarmi per il tono diretto ed esplicito della mia precedente: ma sono un toscanaccio, lei mi capirà senz'altro...
La mia dispensina? ormai ha tre anni, forse ha bisogno di essere aggiornata... ma mi creda, è stata nella sua semplicità uno strumento utile per diffondere la didattica modulare, sia nella mia scuola che nei tre corsi in cui ho lavorato. La sottoporrei volentieri alla sua valutazione, ma con tutta umiltà, sperando che lei possa aiutarmi a correggerla e migliorarla.
Cosa insegna lei? ed in quale Istituto? Mi piacerebbe continuare il confronto e poter contare sulla sua esperienza..
Con viva cordialità.
PS: Ha anticipazioni su quello che sarà il prossimo Liceo Economico?