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RASSEGNA STAMPA

n. 1658 del 10/01/2009

L'ITALIA DEI VALORI FAMIGLIARI

La politica secondo Di Pietro C’è l’ex pm che tutto comanda. Poi sua moglie, l’amica di famiglia, la ex moglie, il nuovo compagno della ex moglie, la figlia della sorella, il cognato... Ecco chi controlla l’Idv e i suoi affari, anzitutto immobiliari.

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E adesso, pover’uomo? Adesso che perfino sul suo blog i lettori-elettori di Antonio Di Pietro l’hanno messo in croce protestando contro il figlio Cristiano, poco valorosamente intercettato mentre chiedeva favori all’ex provveditore alle opere pubbliche della Campania. Adesso che Cristiano si è dimesso dal partito (ma non dagli incarichi di consigliere comunale e provinciale) e lui a denti stretti ha invitato i magistrati «ad andare avanti», tanto è sicuro che nel comportamento del figlio non ci sia nulla di «penalmente rilevante». Adesso che le battute si sprecano e che persino Clemente Mastella, titolare del primo partito-famiglia della Repubblica, si è tolto la soddisfazione di censurarlo. Ecco, adesso forse è il caso di raccontare meglio la storia di Tonino e dei «Di Pietros», come li ha ribattezzati il sito Dagospia strizzando l’occhio al serial Usa sulla famiglia mafiosa dei Sopranos.

Valutazioni politiche a parte, i Di Pietros sono più che una famiglia, sono una saga. Una famiglia-partito, un partito gestito come una famiglia. Dove non si è mai tenuto un congresso e si ignora cosa siano le mozioni di maggioranza e minoranza, visto che tutto è nelle mani di un presidente, Antonio, che gestisce ogni cosa con la ruvida autorità di un vecchio pater familias; e dove figli, nipoti, mogli, famigli, parenti dei famigli rappresentano la spina dorsale dei fedelissimi che tutto dispongono, dalla linea del partito ai rimborsi elettorali. Ma non era lui che gridava «basta col nepotismo»?

Se politicamente l’Idv ha costruito la sua fortuna sull’ambizione di incarnare il nuovo, antropologicamente è un partito clan di tipo quasi arcaico, a tutti i livelli. Cristiano, il primogenito oggi nella tempesta, per l’Italia dei valori è stato eletto nel consiglio comunale di Montenero e in quello provinciale di Campobasso; nel partito molisano oscurava perfino il coordinatore regionale in carica, il senatore Giuseppe Astore.

Anna, la figlia di Tonino, è stata inserita come giornalista nel quotidiano ufficiale dipietrista, Italia dei valori (riquadro a pagina 46). Gabriele Cimadoro, il cognato del capo (Barbara Mazzoleni in Cimadoro è la sorella di Susanna Mazzoleni in Di Pietro), è ora deputato e responsabile degli enti locali per l’Idv, ma ha in tasca la promessa di una candidatura alle europee. Valentina Bozzelli, figlia di una sorella defunta di Tonino, è nell’albo d’oro dei pionieri Idv in Molise. La prima moglie di Di Pietro, Isabella Ferrara, madre di Cristiano, è referente comunale Idv a Inverigo, nel Comasco, ed è stata candidata nel 2007 ai consigli comunali di Lurago d’Erba e Lurate Caccivio. Anche il nuovo compagno di Isabella, Armando Guaiana, ha trovato un interstizio: responsabile provinciale del partito a Como, nonché candidato (non eletto) a Turate e a Uggiate alle ultime amministrative.

Come stupirsi, allora, se nel 2004 a Bergamo il sindaco Roberto Bruni si è sentito proporre la moglie di Antonio Di Pietro come assessore al Commercio? Il posto doveva toccare al coordinatore bergamasco del partito, Goffredo Cassader, uno a cui l’indignazione non è ancora passata: «Ho dato subito le dimissioni. Ma come, io ho fatto la campagna elettorale, ho portato l’Idv in giunta, e poi vedo passarmi davanti la moglie del capo? Una che non ha mai fatto un comizio o un’iniziativa di qualche rilevanza?».

Susanna Mazzoleni, avvocato bergamasco, «moglie del capo» dal 1994 e madre dei suoi due figli Anna e Antonio, detto Toto, non ha avuto bisogno di fare grande attività politica per scalare i vertici dell’Idv. Il 26 luglio 2004, davanti al notaio Peppino Noseri di Bergamo, la signora ha fatto il suo ingresso nel triumvirato che rappresenta il cuore e la cassaforte del partito: la Libera associazione Italia dei valori-Lista Di Pietro, fondata dal marito nel settembre del 2000 per promuovere «la valorizzazione, la diffusione e la piena affermazione della cultura della legalità» (vedere Panorama 43 del 2007).

Antonio Di Pietro ne è per statuto il presidente; tesoriere da sempre è un’amica di famiglia, Silvana Mura, ex commerciante di biancheria a Chiari (Bs) che ormai da anni è il braccio destro di Tonino; segretaria ne è Susanna Mazzoleni. L’associazione promuove la nascita del partito, tuttavia è l’associazione che per statuto decide tutto, dalla linea politica alla presentazione delle liste; ed è sempre l’associazione che incassa i cospicui rimborsi elettorali (quasi 40 milioni di euro) e ne decide l’utilizzo.

Tonino e le sue donne: il clan nel clan, i Di Pietros al quadrato. Sana diffidenza dell’Italia di origine contadina verso gli estranei? O la famiglia (allargata) come unica trincea sicura in un mondo considerato ostile? Certo è che le due donne di famiglia non si amano molto; e l’aneddotica bergamasca in proposito è vasta.

Silvana Mura da anni segue Antonio come un’ombra, in Italia e all’estero. Susanna Mazzoleni invece con Tonino è arrivata, nel 2002, sull’orlo del divorzio. Poi il ripensamento. Poi la scalata alla cassaforte del partito. Ancora oggi è in posizione defilata e si continua a non conoscerle un’iniziativa politica, nemmeno un comunicato. Sui giornali finisce raramente, più che altro per via dei cospicui acquisti immobiliari che insieme con il marito ha effettuato negli ultimi anni.

Tante case, nella saga familiare dei Di Pietros la passione per il mattone è pari solo a quella per la politica. Case a Curno, Milano, Bruxelles, Roma, Montenero. C’è stata un’inchiesta, archiviata, della procura di Roma che ipotizzava l’utilizzo dei fondi Idv per lo shopping immobiliare della famiglia. Solo nel febbraio-marzo 2003 Di Pietro spese oltre 1 milione di euro: un attico di 173 metri quadrati per Cristiano, comprato il 4 febbraio a Montenero per circa 300 mila euro; un mese dopo, a Bergamo, al quarto piano di un bel palazzetto liberty in via dei Partigiani, un appartamento di sette vani e mezzo (190 metri quadrati) per Anna e Antonio; lo stesso giorno la moglie di Tonino ha comprato un appartamento di 48 metri quadrati, sempre al quarto piano, più due cantine e un garage. «Tutti acquistati presso l’immobiliare San Michele e rogitati presso lo stesso notaio. Un esborso, dicono esperti immobiliaristi bergamaschi, intorno agli 800 mila euro» calcolava l’estate scorsa il mensile napoletano La voce delle voci. Mai smentito.

Mattone, famiglia e partito. A volte i Di Pietros riescono a unirli tutti e tre, come nel caso della Antocri. An come Anna, To come Toto, Cri come Cristiano, l’immobiliare di Tonino è ormai celebre. Nata nel 2003 con un capitale sociale di 50 mila euro, grazie ai prestiti infruttiferi del socio unico Di Pietro (1,2 milioni di euro in tre anni), è riuscita a comprare due grandi appartamenti a Milano e a Roma, uno in via Felice Casati e l’altro in via Principe Eugenio. Poi il padrone di casa Di Pietro ha affittato i due uffici all’Italia dei valori, di cui Di Pietro è presidente, e con la pigione ha pagato le rate del mutuo. A dare il via al contratto è stato il tesoriere del partito, Silvana Mura. E proprio Mura, dal 2004 al 2006, era nel consiglio di amministrazione dell’Antocri. Nulla di penalmente rilevante, s’intende. Ma dalla politica agli affari, dalle case al partito, il dato antropologico e umano è costante: la centralità del clan.

La vicenda dell’Antocri ha destato un certo scalpore. Inevitabile. Perciò Antonio Di Pietro ha venduto l’appartamento di Roma e nel 2007 l’Italia dei valori ha dovuto traslocare a via Santa Maria in Via, in affitto. Nuovo affitto anche per gli uffici del partito a Bergamo, spostati dalla storica sede di via Taramelli a via Locatelli 29. Mura ne ha dato comunicazione al partito nella relazione di bilancio 2007. Ma perché ha taciuto sul nuovo padrone di casa, che è Antonio Di Pietro, naturalmente?

E perché non ha nemmeno fatto un accenno al travagliato acquisto dei nove vani che appartenevano all’Inail? Un affare in famiglia anche questo: a partecipare all’asta a offerta segreta indetta a Bergamo, nel novembre 2004, presso il notaio Giuseppina Santangelo, non è stato infatti Di Pietro bensì Claudio Belotti, l’ex compagno di Silvana Mura, «per conto di persona che si riserva di nominare». Per un vizio di forma nella presentazione della domanda Belotti è stato escluso dall’asta e i nove vani di via Locatelli sono stati aggiudicati alla Bergamo House srl.

Belotti però non si è arreso. Ricorso al tar, respinto. Ricorso al Consiglio di Stato. E a Roma, finalmente, visto che all’udienza non si presenta nessuno, né per conto dell’Inail né per la Bergamo House, Belotti ce la fa: si aggiudica l’appartamento per 261.661 euro. Al rogito, fissato per il 16 marzo 2006, 16 mesi dopo l’asta, finalmente spunta Di Pietro, «la persona da nominare» per i cui interessi Belotti si è tanto assiduamente battuto.

Claudio Belotti nell’Idv ha un posto di tutto rispetto. È stato l’organizzatore della festa Idv di Vasto del 2008. Si occupa della stampa del materiale di propaganda. È amministratore unico della Antocri da quando Tonino e Silvana, diventati rispettivamente ministro alle Infrastrutture e deputata della Repubblica nel 2006, si sono dimessi. È uomo di assoluta fiducia.

Insomma, lui, la moglie di lui, l’amica di famiglia, l’ex compagno di lei, i figli di lui, la sua ex moglie, il nuovo compagno della ex moglie, la figlia della sorella, il cognato... Che cos’altro manca nel piccolo presepe di questo partito clan per entrare di diritto nella tanto disprezzata Prima repubblica? Il ginecologo di famiglia? C’è: Antonio Palagiano, vecchio amico di Susanna Mazzoleni, supervisore della gravidanza trigemellare della moglie di Cristiano: deputato. L’amica brava ai fornelli? C’è: Giuliana Carlino, maestra elementare al cui desco Tonino mangia con gran piacere il pesce; non ha grande verve politica ma è stata capogruppo Idv in consiglio comunale a Milano, poi assessore all’Economato in provincia. Indagata (e poi assolta) per aver autenticato firme false in favore di Alessandra Mussolini, dal 2008 è senatrice.

Il marito di Giuliana, Pasquale Russo, è un bancario in pensione che si presta a far da autista a Mazzoleni. Quanto alla senatrice Carlino, agli intimi confida il suo più grande sogno: la pensione di parlamentare. Grazie a Di Pietro è sulla buona strada. (Laura Maragnani)


Panorama, 15.01.2009


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