I vertici: serve una nuova legge per definire il ruolo del pubblico ministero - Il presidente: «Controlli inadeguati». Governo sotto sul ddl Brunetta
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ROMA - Tangenti, appalti gonfiati, fatture fasulle. La corruzione in Italia è come l' acqua, che trova sempre nuove strade, ma non arretra, e la Corte dei Conti lancia un nuovo allarme. «I controlli interni ed esterni sull' amministrazione non sono pienamente adeguati, c'è scarsa efficacia e pochezza di effetti concreti» ha detto ieri il presidente Tullio Lazzaro inaugurando l'anno giudiziario della magistratura contabile. Sollecitando, tuttavia, anche una riflessione sul ruolo dei pubblici ministeri della Corte, cui «non si può chiedere - ha detto - di trasformarsi in un angelo vendicatore dei mali della società».
L' accusa deve tener presente «che l' esercizio dell' azione di responsabilità mira ad ottenere il ristoro di un danno effettivamente subito dal patrimonio pubblico» e che «un effetto collaterale di monito ed esempio è certo nelle cose», «ma un effetto moralizzatore non deve costituire la spinta ad esercitare l' azione di responsabilità» ha detto Lazzaro, mentre il Guardasigilli, Angelino Alfano, annuiva. «Mi sono avvicinato al presidente per dirgli che condivido riga per riga la sua relazione» ha detto il ministro al termine della cerimonia, svoltasi alla presenza del Presidente della Repubblica.
Più cauto il procuratore generale della Corte, Furio Pasqualucci. «Sono d' accordo che il pm debba essere equilibrato e nessuno vuole assurgere al ruolo di angelo vendicatore. Non facciamo la pesca a strascico, ma utilizziamo solo le notizie di reato, non ci muoviamo a tutto campo facendo inviare tutti i documenti per spulciarli e trovare qualcosa» ha detto Pasqualucci. Ciò premesso, anche secondo il procuratore, «c'è bisogno di una nuova legge che definisca il ruolo del pm». Finora «abbiamo avuto solo riforme parziali, ne serve una organica che garantisca la legittimità e la celerità dei processi» ha detto Pasqualucci, che ha criticato senza mezzi termini, nella sua relazione, alcune norme che ostacolano i controlli della Corte.
Tra queste, Pasqualucci ha ricordato la circolare (del precedente governo) che impone la pubblicità delle consulenze nella Pubblica amministrazione solo oltre un importo molto consistente, che ha «fatto scendere una cappa sul fenomeno», e che il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta (foto), ha promesso ieri stesso di rivedere. Positivo, invece, il giudizio del presidente della Corte Lazzaro sulle norme sull' organizzazione della magistratura contabile contenute nel ddl Brunetta all' esame della Camera (che fra l' altro ieri ha visto soccombere il governo su un emendamento del Pd). Secondo Lazzaro il ddl «sarebbe un primo importante passo avanti per rafforzare efficienza e tempestività del controllo di gestione».
Anche Pasqualucci ha sollecitato maggiori e migliori strumenti di controllo. «La corruzione è ora molto elevata», ma non di più di quanto fosse ai tempi di Tangentopoli, ha ricordato. Tuttavia, ha aggiunto, «rispetto ad allora ha cambiato forma, è più di natura individuale, compiuta da singole persone, anziché da partiti o segreterie di partiti. In Italia sono stati attivati strumenti per farla emergere, ma la riduzione dei controlli preventivi non ha giovato» ha aggiunto Pasqualucci. Gli episodi di mala amministrazione segnalati sono i più disparati. Molti si annidano negli «angoli bui» della sanità, «terreno fertile per comportamenti truffaldini e per lo sperpero di risorse pubbliche», ma anche nel settore degli appalti.
E c'è grande preoccupazione anche per gli effetti della diffusione dei prodotti di finanza derivata nelle pubbliche amministrazioni. Su tutti i «coni d'ombra» la Corte chiede sia fatta piena luce. «Nell' azione pubblica - ha concluso Lazzaro - è necessaria la massima trasparenza, altrimenti la sfiducia che ne consegue può costituire un rischio mortale per la vita stessa della democrazia». (Mario Sensini)