ROMA. Tre miliardi circa di redditi evasi, quasi 500 milioni di euro di Iva non dichiarata e non versata all’erario, 5.269 evasori totali e oltre 10mila posizioni lavorative irregolari. E’ lo scandalo delle ristrutturazioni edilizie scoperto dalla Guardia di Finanza. L’operazione Pandora ha riguardato tutta Italia. Il tasso più elevato di inadempienza è stato registrato al Nord, soprattutto in Lombardia.
In Lombardia sono stati individuati 571 milioni di base imponibile evasa, 1.128 posizioni lavorative irregolari e 649 evasori. Segue, nel primato delle ristrutturazioni edilizie in nero, il Lazio con 769 imprese che hanno occultato al fisco 263 milioni e con 1.364 lavoratori irregolari.
Nel Sud è la Calabria la regione dove muratori e imprese edili hanno ristrutturato di più senza fatture, o, come vedremo, con fatture emesse, ma che poi ‘scompaiono’: 156 milioni di redditi evasi e 617 posizioni lavorative irregolari.
Quella nel settore delle ristrutturazioni edilizie, ha ricordato il generale Riccardo Piccinni, titolare del Comando Tutela della Finanza Pubblica, «è la terza operazione condotta nell’ambito del progetto Pandora, avviato nel 2006». I controlli hanno visto impegnati in tutta Italia, i Reparti territoriali delle Fiamme Gialle, in stretto coordinamento con i Reparti speciali, tra cui il Nucleo Speciale Entrate del comandante Flavio Aniello. Pandora parte proprio dal lavoro del Nucleo Speciale Entrate che, incrociando i dati a disposizione della Guardia di Finanza, ha individuato una platea di imprenditori attivi nelle ristrutturazioni edilizie considerati a rischio evasione. Si tratta per lo più di piccoli artigiani, ha detto Aniello, «l’85% dei quali, dopo le verifiche, sono risultati evasori parziali o totali».
Ad aiutare i controlli è servita la norma fiscale che consente ai proprietari che ristrutturano di detrarre dall’Irpef il 36% delle spese. Una norma che, insieme alla riduzione dell’Iva oggi al 10%, doveva favorire il lavoro alla luce del sole. E moltissimi proprietari hanno deciso di essere in regola e insieme usufruire dell’agevolazione. I privati per poter detrarre il 36%, ha ricordato il gen. Piccinni, «devono effettuare il pagamento delle prestazioni ricevute mediante bonifico bancario. Incrociando i dati di tutti coloro che avevano chiesto di usufruire del beneficio fiscale per le ristrutturazioni e avevano effettuato il bonifico con quelli delle imprese esecutrici dei lavori è stato possibile individuare la platea di potenziali evasori».
Nella stragrande maggioranza dei casi le verifiche hanno dato esito positivo: «Abbiamo scoperto - ha proseguito Piccinni - che l’85%, pur avendo emesso fattura, non dichiarava affatto o dichiarava solo parzialmente quanto percepito». Il responsabile del Comando Tutela Finanza Pubblica ha sottolineato che l’operazione nel settore delle ristrutturazioni «è ancora in corso» e che adesso l’attenzione delle Fiamme Gialle si concentrerà anche su altri settori, tra cui «quello delle agevolazioni per l’acquisto di mobili, elettrodomestici, computer e televisori» (detrazione Irpef del 20% introdotta dall’art. 2 del 10 febbraio 2009). Il comandante Aniello ha ricordato che l’evasione fiscale in Italia è stimata in circa 230-250 miliardi di imponibile, pari a circa 100 miliardi sottratti al fisco.
«La finalità che ci proponiamo con queste operazioni - ha concluso il gen. Piccinni - è anche quello di fare compliance. I contribuenti devono sapere che la Guardia di Finanza sta alzando il livello del controllo. Tutelare l’Erario significa tutelare tutti i contribuenti perchè se tutti pagano le tasse la pressione fiscale può diminuire».