Quelli che pagano le tasse: (come valutare con i numeri il madato degli eletti al momento del voto) sono quelli che affidano parte del loro reddito a cittadini da loro periodicamente eletti con il compito di amministrarlo, in conformità della Carta Costituzionale, per produrre servizi al fine di migliorare la qualità della vita di tutta la comunità nazionale indistintamente.Il premio nobel Amartya Sen,economista indiano nel suo ultimo libro "The idea of justice" valuta lo Stato di una società dal modo in cui esso influisce sulle capacità delle persone di realizzare il proprio potenziale umano.
La Carta costituzionale, scritta dopo la tragedia prodotta dal fascismo ed in vigore dal gennaio 1948 per promuovere un sistema democratico quale vaccino al totatilarismo subito, assegna ai cittadini il potere di partecipare all'attività legislativa attraverso il voto per scigliere i membri delle due camere, quelli dei consigli territoriali (regione,province e comuni) e promuovere referendum abrogativi di leggi del parlamento, garantendo, così, anche, il diritto fondamentale di controllare in modo capillare e diffuso tutti i detentori di poteri.
Tutti hanno riconosciuto e tutt'ora riconoscono che era e che è un buon strumento per la convivenza democratica del nostro Paese, proprio per la rilevanza dei tre strumenti di voto con cui si esprime la sovranità popolare.
Ma, dopo 60 anni di sperimentazione, leggendo il consutivo "La peste italiana" a cura del Gruppo di iniziativa di Satyagraha (ricerca della verità) per lo Stato di diritto e la Democrazia cancellati in Italia, coordinato da Antonella Casu e Marco Cappato, ci si accorge del drammatico ed innarestabile violazione dei principi e diritti di tutti quelli che pagano le tasse e di tutti quelli che non possono per mancanza di reddito.
Infatti, non solo da ora,ma da molto tempo si sentono "cornuti e mazziati" (a detta di GianpaoloPanza nel suo bestiario del 24/08/2009), perchè derubati (cornuti) da quei cittadini che non le pagano e sono molti ( secondo Contribuenti.it l' Italia si conferma primatista europeo con il 51% del reddito imponibile non dichiarato). I principali evasori sono gli industriali (32,7%) seguiti da bancari e assicurativi (28,4%), commercianti (11,9%), artigiani (10,9%), professionisti (8,8%) e lavoratori dipendenti (7,3%) ed in più, di alcuni il reddito giace all'estero in paradisi fiscali (300 miliardi), sottratto, quindi, non solo alle tasse ( circa 129 miliardi), ma anche agli investimenti produttivi nel proprio paese. Questi, poi saranno premiati se faranno rientrare il denaro pagando una tassa del 5% anzichè del 43%, come tutti quelli che pagano le tasse regolarmente per redditi alti.
Beffati (mazziati) dagli eletti, che contrariamente alle aspettative, hanno prodotto un debito( oltre 1 milione e750 mila miliardi) tutt'ora in continua crescita, equivalente ad un costo per ogni cittadino di oltre 28000 euro pro capite ( compresi bambini, pensionati, malati cronici e con hendicap,disoccupati, carcerati, criminali comuni e organizzati, evasori fiscali). Questo per la statistica, ma in realtà chi veramente dovrà pagare saranno solo loro, quelli che pagano le tasse:pensionati, lavoratori dipendenti e pochi altri cittadini di buona volontà. Ed allora quel pro capite sarà maggiorato di due/tre/ volte, mentre loro (eletti-casta) continuano in solido riempire per bene le tasce di denaro e privilegi,sempre di quelli che pagano le tasse, anche in tempo di crisi ( il mercato del lusso non è in crisi) e non basta, qualcuno è anche evasore e/o in conflitto d'interessi e/o colluso con le mafie.
Dal Sole 24 ore del 6/8/2009 si apprende che il bilacio 2008 delle attività illecite è stato di € 419 miliardi esenti da tasse (valutando con l'aliquota del 43% sono 180.96 miliardi sottratti al Fisco). Secondo il libro inchiesta "evasori" di Roberto Ippolito ed.Bompiani 2008 l'evasione, denaro non versato al Fisco raggiunge i 100 miliardi, ora da fonti ufficiali sono oltre i 130 e se ciò non bastasse rinviano i tempi all'infinito il pagamento di servizi o prodotti acquistati da cittadini privati costringendoli, per chi non può attendere, a rinuciare alla commessa con la conseguenza di favorire chi può perchè non paga le tasse e così pure per i rimborsi di tasse pagate in più . Leggo su "il mattino" del 25/09/2009 che il Ministro Guardasigilli è insolvente da molto tempo di 1.075.647 euro ad una azienda specializzata in stenotipia digitale che produce i resoconti dei verbali d'udienza nei tribunali del Veneto, Ligura ed Emilia, ora costretta a licenziamenti e sottoposta a minacce di fallimento dalle banche. Questo è uno dei tanti modi per rendere sempre inefficente la giustizia per chi paga le tasse per una giustizia giusta ed efficente.
Questi comportamenti mi fanno pensare ad "uomini d'onore di cosa nostra". Infatti, la criminalità organizzata gradisce ovviamente una giustizia inefficente ( 200000 reati prescritti all'anno:è la dichiarazione di fallimento di un servizio dovuto a quelli che pagano le tasse), che umili le vittime di atti criminali non puniti, non risarcisca adeguatamente le vittime, che le leggi siano addomesticate per certi reati,oppure che abolisca certi leggi, affinchè un reato non lo sia più. Plaudono anche la riduzione delle risorse agli istituti di vigilanza, che si eviti di comunicare i risultati di alcuni settori produttivi vigilati, che si neghi giustizia per i tempi di attesa vergognosi per uno Stato che si definisce democratico.
Pochi sanno ( i media su questo argomento sono piuttosto latitanti) che annualmente l’organizzazione Tangency international pubblica un rapporto sulla percezione della corruzione da parte della popolazione nei confronti della pubblica amministrazione del proprio Stato.Per corruzione si intende “l’abuso di pubblici uffici per il guadagno privato“.La Banca Mondiale ha identificato la corruzione come l’impedimento più importante allo sviluppo economico e sociale.
Nella classifica del 2008 Paesi più virtuosi (a pari merito) sono Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda, seguiti da Singapore; mentre Iraq, Myanmar (ex Birmania) e Somalia sono agli ultimi posti. Fin qui niente di strano, sono risultati che in un certo senso ci si potrebbe aspettare. Quello che non ci aspetta è, invece che un Paese come l’Italia si trova soltanto al 55esimo posto, scendendo di ben 14 posti più in basso del 2007. Prima di noi, ci stanno quasi tutti i paesi industrializzati, il Botswana, la Repubblica Ceca e il Sud Africa (solo per fare qualche nome); ci precede anche Israele dove da poco si è dimesso il primo ministro perché coinvolto in un’inchiesta giudiziaria su presunte tangenti. Da noi anche se le tangenti sono accertate non è motivo di dimissione.
Huguette Labelle, direttore dell’ong Transparency International, ha sottolineato come “arginare la corruzione necessita di una stretta sorveglianza dei parlamentari, dell’applicazione della legge, di media indipendenti e di una società civile viva. Quando queste istituzioni sono deboli, la spirale della corruzione esce fuori controllo con conseguenze terribili per la gente comune, per la giustizia e per l’uguaglianza della società“.
Da noi non esiste sorveglianza dei parlamentari, perchè non c'è opposizione(maggioranza ed opposizione si dividono su tutto per quanto riguardo l'interesse nazionale, quando sono in gioco, invece, il loro interessi personali sono un partito unico, a parte qualche eccezione ( lo racconta già Sergio Romano sul Corriere della sera del 20/05/2007). E non potrà più esserci una seconda Tangentopoli. E' stata una piccola e breve parentesi di speranza da parte degli elettori che pagano le tasse di cambiamento e ronnovamento di quella classe politica che ci ha regalato un debito pubblico da mozza fiato. Purtroppo quel piccolo gruppo di magistrati coraggiosi non ce l'hanno fatta e non poteva che essere così, in quanto appartenenti ad una Istituzione, che secondo la Costituzione scritta ma non praticata, dovrebbe essere autonoma e garante del rispetto della legge per tutti,compresi gli eletti.Questi, superato il momento critico e con qualche faccia nuova in più, hanno reagito colpendo la magistratura al punto da renderla impotente ed ingiusta, debole con i potenti e forte con i deboli e promuovendosi senza esitazione,ora anche con ostentazioni in casta, nella quale coesistono giudici e giudicati.Ora i veri condannati sono gli elettori che pagano le tasse, che, secondo il Fisco nel 2007 corrispondono ad un valore di 827 miliardi (vedi articolo di Sergio Rizza del Corriere della sera del 20/09/2009) purtroppo, anche per sostenere la razza padrona.
Il colpo di grazia alla sovranità popolare (demos-cratos) è stata dato riducendo il voto refendario solo alla fatica dei cittadini di buona volontà a raccogliere le firme. Da alcuni anni, infatti più o meno associati con qualche partito promuovono referendum dai quali, insistentemente viene la richiesta di ridurre il costo della politica. Caso emblematico il referendum dell'Umbria, non più quelli nazionali resi inutili (vedi quello contro il finaziamento dei partiti), promosso nel 2004 ed affossato nel 2007, con il quale gli elettori avrebbero dovuto approvare o meno la proposta di dimezzare i compensi dei consiglieri regionali. Il voto per scigliere i parlamentari ed i senatori è stato pure scippato, perchè i candidati sono scelti dalla direzione dei partiti, quelli dei consigli regionali pure, province e comuni forse un pò si ed un pò no, è dipendente dalla presenza invadente della criminalità organizzata e dai cosi detti poteri forti (clientilari). Per mia esperienza personale, invece, il sindaco di Padova, perchè buon amministratore è stato veramente votato dal popolo padovano.
In quanto ai media siamo l'unico Stato dell'Occidente del quale il Capo del Governo ha quasi il monopolio,che paradossalmente li consedera nemici perchè presi dai gossips da lui alimentati.
Non siamo più uno Stato democratico: la diffferenza tra ricchi e poveri si è molto accentuata con conseguenze terribili per molti in povertà estrema e con una giustizia agonizzante con milioni di cittadini da anni in attesa di un verdetto. Allo stato attuale non è più possibile combattere la corruzione; non esiste una società civile viva e reattiva, perchè frastornata dalla casta che promette riforme, oggetto poi di guerre interne perchè c'è sempre qualcuno che le vuol far meglio, mentre per la casta il meglio è non farle altrimenti sarebbe costretta ridursi numericamente, essendo vergognosamente troppi e così per i previlegi scandalosamente esagerati rispetto alle democrazie che ci circondano.
Ora il vero partito d'opposizione dovrebbe essere "Quelli che pagano le tasse", con le quali mantengono anche l'arroganza della casta . Attualmente sono gli unici che possono salvare la democrazia. Ora non è più possibile con il voto di tutti i cittadini, perchè la maggioranza di questi sarabbe costituita da chi non paga le tasse, a prescidere che il voto sia per il centro destra o sinistra, entrambi fanno parte della casta per mantenere lo stato di previlegiati.
La rivolta fiscale è l'unica arma capace di fermarli nella loro ghiottoneria inarrestabile. Che siano inarrestabile lo dimostra anche il fatto che le auto blu nel 2005 erano 198500, nel 2007 574215 e nel 2009 624.330, malgrado la grave crisi e la legge del 1991 che limita l'uso delle auto blu esclusivamente a Ministri, Sottosegretari e ad alcuni Direttori generali. La casta, ( che non comprende solo gli eletti che sono un pò meno di 180000 ma anche tutti quelli che ricevono denaro a vario titolo dalla politica, arrivano complessivamente a 500000) per l'uso delle auto blu con autista, arriva ad un costo solo per il funzionamento del servizio (limitandoci al costo autista, pieno di carburante e pedaggi ) di 19.820 miliardi a cui si dovrebbe aggiungere l'acquisto delle auto ( a 36200 euro per una lancia Thesis 2.4 =22.475 miliardi; presumendo che saranno sustituite dopo 3 anni, il costo annuo è di 7.490 miliardi) totale euro 27.311. Secondo "contribuenti.it: a livello mondiale l'Italia, con le sue 624.330 auto blu con autista è il primo Paese al mondo, secondo gli Stati Uniti con 72mila (contro le 75mila del dicembre 2008), seguiti dalla Francia, con 63mila (rispetto alle 64mila di fine 2008),al quarto posto il Regno Unito con 56.000, la Germania con 55.000, la Turchia con 51.000, la Spagna con 42.000 (nessuna variazione rispetto al 2008), il Giappone, con 30.000 (mille in meno rispetto al 2008), la Grecia con 30.000. Ultimo in classifica il Portogallo, con 22.000 auto blu (- 1000 del 2008), mentre l'Italia rispetto al 2007 ne ha 50 mila in più. Trovo sorprendente questo costosissimo senso di grandiosità ed autorefenzialità dei politici italiani, certamente atipica rispetto agli altri Stati democratici.
Mi ha fatto venire in mente un breve articolo letto sul Corriere medico del 07/05/2009 di un certo Lord David Owen psichiatra e fondatore del defunto partito socialdemocratico britannico ed ex ministro degli esteri di sua Maestà, che non ha dubbi:ambizioni e narcisismo sono atteggiamenti talmente radicati nei politici da far loro perdere il contatto con la realtà, fino a trsformarsi in autentiche patologie. Insieme ad un collega psichiatra della DukeUniversity della North Carolina ha pubblicato un articolo per la rivista medica Brain, sostenendo che tale sindrome è una vera e propria malattia professionale degli uomini politici e come tale andrebbe affrontata e curata. Trattasi, infatti, di una esasperata preocupazione per la propria immagine ed ostinandosi a guardare il mondo come ad una arena in cui esercitare il proprio potere, nell'arco della sua carriera un politico si trasformerebbe, ma sempre in peggio. Di conseguenza, ne risenterebbe anche la sua salute. Owen conclude che non esiste la pillola contro gli eccessi di potere, ma solo un salutare processo democratico che assuma decisioni collegialmente . Cosi infatti è successo per la ledy di ferro Margaret Thatcher , Tony Blair e George W.Bush. Se a questi illustri personaggi è stata somministrata la cura (voto degli elettori) tempestivamente, perciò efficace, ha evitato le complicanze degli eccessi di potere, dannose a sè ed agli altri. Per i nostri eletti il sentirsi dentro un'auto blu (obbligatoriamente prestigiosa estera, meglio se SUV di cui sono ghiotti ), scortata da altre auto un pò meno di pregio e precedute da una squadra di poliziotti in moto, sia l'equivalente di una notte d'amore con una bella donna. Per qualcuno potrebbe anche essere un modo di evitare qualche problema di letto.
Visto il cospicuo esercito di auto in dotazione c'è da pensare che la malattia sia endemica e cronica, data la progressiva diffusione e durata. Per valutare gli eccessi del potere dei nostri eletti basta fare un pò di conti mettendo insieme: nell'ordine dei 135 miliardi di euro sotratti alle casse dello Stato,(è questa la stima calcolata da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it ed anche da fonti istituzionali) +129 mld con il trasferimento di 300 mld nei paradisi fiscali+costo delle auto blu con autista circa 27.311 miliardi+circa 70 miliardi di interessi del debito pubblico si arriva a 361.331 miliardi. Questa somma, che spero possa essere meglio precisata (così certamente in difetto) da economisti o istituzioni preposte, esprime oggettivamente il comportamento disastroso ed irresponsabile ( che non risponde più a quelli che pagano le tasse) di quasi tutta la classe politica che preferisce intrattenersi, coadiuvati dai media, sui gossips. Perchè Bossi, quando era all'opposizione parlava di "Roma ladrona",e Berlusconi sollecitava gli italiani alla rivolta fiscale? Ora che sono entrambi al Governo, perchè molti di quelli che pagano le tasse ci credevono e continuano a crederci essere capaci di una vera svolta, invece continuano alacremnte la saga dei previlegi che stanno superendo ogni record. Non c'è dubbio che per loro signori la demogogia ha pagato e contunua ripagarli.
Ribellarsi a questo stato di cose, a questa sorta di ipnosi, è un dovere cui tutti dovremmo sentirci chiamati in un paese che dovrebbe essere fiero dell’articolo 2 della sua Costituzione (che «riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo»), dell’articolo 3 (che riconosce «pari dignità sociale» a tutti i cittadini), dell’articolo 10 (che garantisce l’asilo politico allo straniero cui sia «impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche»), dell’articolo 21 (che garantisce la libertà d’espressione «con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione»), dell’articolo 54 (che richiama «i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche» al «dovere di adempierle con disciplina e onore»… «disciplina e onore»…), un paese… che dovrebbe essere fiero del suo stato di diritto garantito per dettato costituzionale e non per bizzarria di questo o quel «Superman» (come ultimamente si è autodefinito il premier in una versione pop di «Unto del Signore», espressione sintomatica di una grave malattia della politica,alla quale necessita la cura di una salutare rivolta fiscale. Purtroppo per noi italiani non ci resta che questa, abbiamo assistito per 60 anni nell'indifferenza, e per molti al fasullo tornaconto personale al massacro della nostra Costituzione. Se avessimo preteso con forza e deteminazione il rispetto di essa, avremmo, ora una vera opposizione degna di un voto per ridare il ruolo di amministrati a chi ha osato manipolarla per propri interessi personali.
Un segnale di risveglio di quelli che pagano le tasse viene da un gruppo d' imprenditori che ha assunto un’iniziativa senza precedenti. Mettere in busta paga il compenso lordo anziché il netto. Cioè dare al lavoratore anche i soldi che normalmente l’azienda dovrebbe versare a Erario e Inps. Si tratta, in soldoni, di circa 2/3 dell’importo netto. L’esperienza è contenuta nel libro Elogio dell’evasore fiscale (Aliberti editore) in libreria da qualche giorno. Il promotore dell’iniziativa si chiama Giorgio Fidenato, presidente di un’associazione di agricoltori di Pordenone. Lo scorso gennaio ha preso carta e penna e ha scritto ai suoi sei dipendenti: «Vi comunico che il vostro datore di lavoro non provvederà più a trattenere e a versare a Inps e Agenzia delle Entrate le trattenute erariali e contributive». La motivazione è semplice: «A causa dell’incedere della crisi economica-finanziaria si rende necessario il taglio di talune spese, come quelle del nostro consulente che ci predispone le buste paga».Potrebbe essere il modo, di fronte al fisco di essere cittadini più uguali.Non più cittadini costretti a pagare le tasse, perchè ad altri cittadini (datori di lavoro) è stato imposto di sostituire lo Stato nella riscosssione, ripagando quest'ultimi attribuendo la libertà di decidere se pagarle o meno le proprie, anche se in questo caso minacciati di sanzioni. Se così fosse per la casta sarebbe un terremoto.