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Era pari a circa il 30% la percentuale dei cittadini che, secondo le ultime rilevazioni, a pochi giorni dal voto, dichiaravano di essere indecisi o tentati dall’astensione ed ammontava a circa 5 milioni il numero degli elettori che avrebbero deciso solo all’ultimo minuto, tutti spettatori di una delle più brutte campagne elettorali degli ultimi tempi. Non ci siamo fatti mancare nulla e abbiamo visto di tutto, ma proprio di tutto.
Una campagna elettorale caratterizzata da troppe promesse, alcune populiste e demagogiche, pervasa da un linguaggio pesante, offensivo, denso di – a volte sottili - insulti verso l’avversario, una competizione elettorale che ha reso l’immagine di un Paese superficiale, poco propenso alla vera e concreta soluzione dei problemi della gente, una campagna condita da slogan pubblicitari, da un immenso bombardamento mediatico che ha superato la forza di penetrazione dei social network, da nessun confronto pubblico tra i candidati alla premiership e addirittura dalla totale assenza di manifestazioni elettorali di coalizione: per la prima volta nella storia delle seconda repubblica, i partiti uniti in coalizione hanno accuratamente evitato di partecipare a manifestazioni in comune tra loro.
Tutto ciò ha chiaramente evidenziato come, in realtà, le coalizioni non servono per condividere un programma politico utile al miglioramento delle condizioni di un Paese, ma si confermano essere solo uno stratagemma tecnico finalizzato a mettere insieme partiti, a volte anche molto diversi tra loro sul piano politico (siamo arrivati a coalizioni composte fino a 13 simboli tra partiti e partitini!), onde ottenere il premio di maggioranza ed abbassare la soglia di ingresso in Parlamento delle formazioni politiche coalizzate. Ci troviamo di fronte all’ennesima conferma del fallimento dello spirito maggioritario di questa legge elettorale, già definita Porcellum .... (CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE).