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A seguire un mio articolo scritto in qualità di giornalista inviato alla convention IdV svoltasi a Sansepolcro (AR) lo scorso 16 settembre 2013
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«Sai contare? Sai camminare?» «Si! Penso di si!» «Allora forza! Conta e cammina! dai... 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8... 90, 91, 92, 93, 94, 95, 96, 97, 98, 99 e 100!» Cento sono i passi che servono a Cinisi (PA) per colmare la distanza tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti ed è sulle note della canzone “I cento passi” ispirata all’omonimo film di Marco Tullio Giordana che il nuovo segretario politico Ignazio Messina apre e chiude, a Sansepolcro (AR), il primo incontro della nuova Italia dei Valori post congresso, un appuntamento che, a fine giugno scorso, si rivelò assai combattuto, lacerante, condito da sospetti di brogli elettorali e tesseramenti troppo facili.
Riuscirà il buon Messina a traghettare il partito verso la sponda del pidimenoelle, a percorrere i cento (mille? un milione?) passi verso un nuovo dialogo col centrosinistra, così come più volte auspicato dal palco? Difficile dirlo, anzi difficilissimo, quasi impossibile se il futuro leader dei progressisti sarà, come assai probabile, l’ex boy-scout Matteo Renzi. Saranno anche cento i passi da fare, ma politicamente son passi del gambero. Nel frattempo cambia il simbolo, sparisce il nome DiPietro, il gabbiano viene liberato dal “cerchio magico” che gli impediva di volare alto e compare nel logo il vessillo nazionale quale richiamo alla Costituzione.
E Di Pietro? Dopo i saluti iniziali del neo tesoriere del partito Ivan Rota, molto abile nel gestire il microfono al punto tale da far impallidire il sempre abbronzato Carlo Conti, proprio al presidente onorario tocca dare il la alla parte politica. Il suo è un mea culpa a tutto tondo, sono stati commessi errori di cui si assume la responsabilità, la sua è una virata di 180° gradi «dobbiamo uscire dal mero settarismo protestatario, l’Italia dei Valori non può più presentarsi al Paese in nome di una persona sola», parla di un partito che ha setacciato “traditori e venduti” – «erano entrate delle persone per farsi gli affari suoi, persone non sempre scelte nel modo giusto» - perché ora «chi sta di qua è perché ci crede», rivendica il suo ruolo di semplice iscritto e confessa, con umanità, «che prima o dopo le forze ti lasciano». Eppure la base del partito, composta nella prima ora in gran parte da neofiti della politica ma assai convinti dei “valori” fondanti il movimento, più volte aveva segnalato ...(CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE E COMMENTARE)