Fra pochi giorni gli italiani saranno nuovamente chiamati alle urne per rinnovare i consigli di gran parte delle regioni italiane. Un test elettorale importante per il numero degli elettori coinvolti, per l'importanza delle regioni coinvolte (su tutte la Lombardia ed il Lazio), perché il premier ha definito l'esito elettorale l'ennesimo referendum sulla sua persona.
Nel mentre, il nostro Paese si trova immerso fino al collo in una nuova tangentopoli o, forse, non ne è mai uscito. Subito illustri commentatori si affrettano a chiedersi se tutto ciò sia colpa della politica, della “casta”, se davvero in questo Paese la sfera della politica è malata e il resto della società è sano concludendo però che, con ogni evidenza, così non è. Proprio perché si ritiene che la corruzione italiana non abbia alcuna natura propriamente politica ma che, in realtà, affondi radici profondissime nel corpo sociale - cosicché nella politica essa si riversa soltanto, essendo uno degli ambiti dove più facile è la sua opera - oggi la corruzione nel nostro Paese sfugge ad ogni possibile terapia. Se a questo aggiungiamo l'assoluta mancanza, nella politica, di un principio di sobrietà e moralità correlato allo stato di difficoltà (debito pubblico, precariato, disoccupazione, criminalità organizzata, evasione fiscale...) che da tempo attraversa il nostro Paese, ecco che lo spaccato italiano diviene assai inquietante.
La suddetta tesi, a questo punto, sembrerebbe confermata da quanto, oggi, si può affermare sullo “stato di salute pubblica e morale ” esistente non solo tra i “palazzi di Roma” ma anche a livello di singola Regione. Potrei descrivere innumerevoli situazioni ma, dato lo spazio, mi limiterò ad elencare solo alcuni esempi, i più significativi e, magari, meno noti.
L'assemblea regionale di Palazzo Ferro Fini (Regione Veneto) - ma la stessa cosa vale, euro più euro meno, per tutte le altre assemblee in scadenza - nel 2010 costerà ai veneti ben 60 milioni di euro con un incremento di ben 24 milioni di euro (+66%) rispetto al 2009. L'aumento comprende anche il trattamento di fine rapporto che verrà pagato ai consiglieri regionali uscenti che non verranno eletti. Le cifre? Quasi 47 mila euro per ogni mandato, 94 mila euro per 10 anni di presenza in consiglio. Quasi sempre le indennità dei consiglieri sono correlate allo stipendio base dei parlamentari. Nel Veneto corrispondono all'80% dell'indennità parlamentare. Quindi poiché oggi un eletto alla Camera dei Deputati percepisce una mensilità pari a 11 mila 703 euro (più qualche altro migliaio di euro in benefit, portaborse, viaggi e altro..), in Regione Veneto un consigliere incassa, ogni mese, 9 mila 362 euro senza contare le indennità aggiuntive.
In Sicilia invece accade che la Regione finanzia, con ben 25 milioni di euro, la soap opera “Agrodolce” utilizzando i fondi Fas, i fondi per le aree sottosviluppate, aumenta, in quattro anni, del 38% in più rispetto agli statali, le paghe dei suoi dipendenti, concede ai regionali 35.000 ore di permessi (come se in 150 non andassero mai a lavorare per tutto l'anno) e colloca a riposo i propri direttori con 5.300 euro al mese. Saltando all'altro capo d'Italia, in Friuli Venezia Giulia, scopriamo che il consiglio regionale pare eroghi oltre 4.102.000 euro di contributi (dato 2009) per sottotitolare in friulano un kolossal da 12 milioni di euro sul beato Marco d'Aviano, investe 35 mila euro per il software T9 per sms in friulano oltre a concedere ingenti finanziamenti, ad esempio, per tradurre, sempre in friulano, “Madre Coraggio e i suoi figli”, l'opera teatrale di Bertolt Brecht.
Se poi ricordiamo che in Abruzzo la giunta regionale è stata decapitata, che nel Lazio lo scandalo Marrazzo ha travolto tutto il consiglio regionale, che in Puglia le tangenti nella sanità hanno visto protagonisti più di un assessore regionale, che ombre oscure ancora si addensano sulla sanità calabrese quale seguito dell'omicidio di Francesco Fortugno, e potremmo così continuare con gli esempi, verrebbe da chiedersi quale potrà essere il modello federale, oggi tanto invocato, che potrà garantirci una sana e corretta gestione del denaro pubblico atteso il fatto che, ad esempio, proprio la gestione della sanità, si configura oggi come mera ed esclusiva funzione delegata in toto alle Regioni ma scandali, corruzione e tangenti comunque continuano ad esistere...