«…Se le accuse ai consiglieri regionali si dimostrassero vere il quadro sarebbe grave...; è stimolo a domandarmi che cosa si possa fare di più per scongiurare simili episodi... l’istituzione Regione e la grandissima maggioranza di chi vi lavora lo fa per il bene comune senza interessi personali…». Così si difende in una lettera il PRESIDENTE della Regione Lombardia Roberto Formigoni parlando delle varie inchieste giudiziarie che stanno decapitando i vertici politici del Pirellone. Una “paccata” di consiglieri regionali indagati (10 su 80, sei del Pdl, tre della Lega e uno del PD) per reati che vanno dalla corruzione alla concussione (tra cui i ben noti Filippo Penati del PD e Davide Boni della Lega), allo sfruttamento della prostituzione minorile (Nicole Minettidel Pdl) all’illecito finanziamento ai partiti (Romano La Russa del Pdl, fratello del ben noto Ignazio). Quattro su cinque dei componenti dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale si ritrovano sotto inchiesta od in manette. E il presidente Formigoni, e con lui tutta la classe politica, si chiede cosa fare per scongiurare simili episodi… Sono allibito! Non credo alle mie orecchie. Chi è chiamato ad assumersi la responsabilità per una sana amministrazione della ”res publica” e al suo controllo, un Presidente di Regione, dichiara che NON SA…
Così come NON SA Francesco Rutelli, già PRESIDENTE ma di un partito, la Margherita. In una conferenza stampa dichiara che i dirigenti del partito – lui per primo – nulla sapevano dei movimenti del loro cassiere, il senatore Luigi Lusi, accusato oggi di aver sottratto, alla casse della Margherita, circa 20 milioni di euro (!) usati per acquistare immobili. Resta da capire perché mai Lusi avesse al tempo versato 886mila euro alla fondazione Cfs presieduta sempre da Rutelli
«La vendita dell'appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 e sulla natura giudica della società acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla». «Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l'appartamento. La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite». Questo dichiarava Gianfranco Fini, al tempo PRESIDENTE di AN, partito che aveva ereditato la proprietà di una appartamento a Montecarlo. Anche lui affermava di NON SAPERE.
Ma allora qual è la differenza tra quanto fin qui raccontato e quanto invece asserisce la sentenza del Tribunale di Milano che al tempo condannò Silvio Berlusconi, anche lui PRESIDENTE ma di Mediaset, perché NON POTEVA NON SAPERE che Previti stava corrompendo alcuni giudici per pilotare la sentenza sull’affaire Mondadori, NON POTEVA NON SAPERE che stava prendendo i soldi dal suo conto internazionale, NON POTEVA NON SAPERE che il tutto fosse una violazione di legge?
E un mondo, la politica italiana, da sinistra a destra, dove ormai ogni giorno si scoprono scandali e malaffare, dove ogni giorno qualcuno si scopre indagato, dal presidente della regione Emilia Romagna, Vasco Errani, indagato per un finanziamento di un milione di euro concesso dalla Regione alla cooperativa agricola presieduta dal fratello Giovanni, al sindaco di Bari, Michele Emiliano, indagato per aver graziato l’impresa Degennaro di un onere, valutato dalla GdF in a tre milioni di euro a spese, del Comune per finire addirittura in un ambito che fino a ieri si immaginava lontanissimo dal mondo della criminalità: l’arresto di 16 MAGISTRATI, giudici tributaristi della Regione Campania, accusati di essere al servizio dei clan della camorra. Si salva qualcuno?