Grande interesse e successo ha suscitato il convegno “Ma quale Italia?” organizzato dall’associazione Cittadini Attivi per la sesta edizione della rassegna culturale e politica introdotta dal coordinatore Armando Della Bella. Presenti alla manifestazione, che si è tenuta a Padova presso la sala convegni “Fornace Carotta”, al gran completo, grandi nomi quali Oliviero Beha scrittore e giornalista, Gioacchino Genchi consulente informatico noto per gli ultimi eventi legati alle tanto contestate intercettazioni telefoniche, il Procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati e l'on. Elio Veltri, scrittore. Gli argomenti trattati hanno dipinto il quadro del nostro Paese: la giustizia, la mafia, la politica, accendendo la discussione diretta dal direttore responsabile del “Gazzettino di Padova”, dott. Ario Gervasutti coadiuvato nel ruolo dal giornalista Sandro Bianda.
Dai vari interventi è emersa la constatazione che il nostro è un paese malato – come ha sostenuto Beha – un paese stanco dove non c’è più voglia di pensare. Troppe sono le cose che non funzionano e anche cambiando governo la situazione probabilmente non migliorerebbe. C’è bisogno di un rinnovamento totale e completo – ha continuato Beha – dando più spazio ai giovani, partendo da loro.
Il Procuratore Laudati ha poi accentuato i toni ponendo l’accento sulla lentezza dei processi, la mancanza di organico e la legalità, che oggi quasi non esiste più. Gioacchino Genchi, intervenendo sul tema giustizia, ha parlato dei procedimenti anomali connessi al presidente Berlusconi auspicando la necessità di applicare una giustizia che sia uguale per tutti. Elio Veltri ha drammaticamente raccontato quanto grave sia ancora oggi il legame tra mafia e politica e quali siano le connivenze che soggiacciono a questo pericoloso intreccio clientelare.
Un incontro quindi a tutto campo, dove ancora una volta l’associazione “Cittadini Attivi” fa sentire forte la voce dei cittadini semplici, dei lavoratori, sensibilizzando l’opinione pubblica dimostrando come sia urgente oggi un cambiamento radicale. Non c’è bisogno di beghe di potere ma di governare invece un Paese che produca ricchezza per tutti, non audience e pubblicità in tv.