Molte sono le proteste che ci pervengono dai “Cittadini” di molti Comuni – specie del nord d’Italia – che lamentano la recente soppressione del Difensore civico. Il tutto trova una ragione nella legge nr 191 del 23 dicembre 2009, la cosiddetta “legge finanziaria 2010”, che all’articolo 2 comma 186 lettera a dichiara: “In relazione alle riduzioni del contributo ordinario di cui al comma 183 (cioè il contributo ordinario base spettante agli enti locali a valere sul fondo ordinario nazionale) i Comuni devono altresì adottare le seguenti misure: a) soppressione del difensore civico di cui all’articolo 11 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267”.
E’ una nuova mancata occasione di sviluppo e promozione della tutela civica. Questo istituto è un volano per la difesa civica e le sue potenzialità andrebbero lette nell’ottica dei principi di trasparenza ed efficienza, verso il cittadino, più volte proclamati dal ministro Brunetta, cioè la capacità della PA di autocorreggersi nell’interesse dei suoi concittadini. Invece, nel silenzio più assoluto, alle restrittive logiche della spesa pubblica si sacrifica, in primis, la tutela del pubblico interesse e non quella degli sprechi. A tal proposito abbiamo indirizzato formale protesta al Ministero.