Dal 1° gennaio 2013, a seguito della riforma Fornero, è esteso l’obbligo ai padri di un giorno di riposo (più due facoltativi) per la nascita del figlio, da utilizzare entro i 5 mesi di vita del bambino. I congedi parentali, inoltre, potranno essere fruiti anche ad ore durante le giornate lavorative. Entrambi i genitori potranno, alternativamente, astenersi dal lavoro per periodi corrispondenti alle malattie di ogni figlio di età non superiore a tre anni ed entro un massimo di 5 giorni lavorativi all’anno; tale facoltà è concessa anche per le malattie dei figli di età compresa fra i tre e gli otto anni.
La novità è stata aspramente criticata per la risibilità dei permessi, soprattutto se confrontati agli altri paesi europei (Svezia 30 giorni, Norvegia 46 settimane, Gran Bretagna 2 settimane).
Pochissimi sono i padri che li chiedono. Pesa il dato oggettivo che gli stipendi degli uomini sono più alti di quelli delle donne e, quindi, non è economicamente conveniente, per una famiglia in crescita, rinunciare in parte all’entrata più cospicua.