In qualità di grandi utilizzatori della Rete, esprimiamo tutta la nostra preoccupazione circa la norma contenuta nell’articolo 1 comma 29 del ddl intercettazioni, detta anche “legge bavaglio”, che, equiparando giuridicamente l'attività dei blogger alla carta stampata, impone l'obbligo della rettifica entro 48 ore dalla richiesta secondo precisi criteri di grafici, di posizionamento e visibilità, pena una sanzione che può arrivare fino a 12.500 euro. Ci dispiace rilevare che tutte le segnalazioni e/o proposte di variazione presentate all’articolo non siano state prese in considerazione dalla presidente della commissione, on. Giulia Buongiorno.
E’ indubbio che l’attività in rete prodotta da non professionisti non sempre è caratterizzata dalla continuità nella presenza online e dal presidio costante e giornaliero della posta elettronica. La norma quindi potrebbe prestarsi ad un uso distorto, vessatorio e ricattatorio, costituire limitazione alla libertà di opinione e di stampa così come invece tutelato dall’articolo 21 della nostra Costituzione, potrebbe disincentivare la libera circolazione delle idee, instillare la paura e il sospetto e fornire un ulteriore strumento intimidatorio a qualche “potente” di turno che potrà così agitare la minaccia della rettifica, con tutte le conseguenze giuridiche del caso, ad ogni notizia sgradita pubblicata.
E’ quanto mai ovvio che se 12.500 euro non rappresentano una grossa cifra per un gruppo editoriale, lo sono invece, quand’anche le denunce fossero più di una, per un blogger amatoriale o per quei siti associativi e/o legati ai movimenti che non godono di introiti ma che si basano solo sul puro volontariato.
Crediamo nelle regole di “bon ton” che già governano la Rete e pensiamo che, oggi, esista già sufficiente normativa posta alla tutela della dignità e del buon nome delle persone. Basta solo applicarla. Ogni ulteriore inasprimento della libertà di espressione in Rete diviene perciò inopportuno se non anche minante i principi fondanti una sana democrazia.