L’evoluzione della tecnologia che governa i televisori di ultima generazione non conosce soste e ormai il settore si sta evolvendo sempre più verso la visione tridimensionale 3D. Ma come sempre accade, a fronte di un miglioramento del servizio, nascono le controindicazioni.
Accertata ormai la sempre più ampia diffusione dei televisori 3D è importante ricordare che il Ministero della Salute, in una sua circolare, ha rilevato che in soggetti in tenera età in seguito all’utilizzo di questi occhiali può insorgere qualche disturbo di ordine funzionale (nausea, vertigine ed emicrania), senza tuttavia che si abbiano danni o patologie irreversibili. Tali disturbi sono generalmente legati al fatto che nei bambini più piccoli la visione binoculare non è ancora presente o non del tutto consolidata oppure perché possono sussistere difetti della vista.
Peraltro, gli stessi disturbi funzionali possono riguardare anche gli adulti se lo spettacolo osservato in visione stereoscopica si prolunga per un tempo eccessivo senza interruzione.
In particolare l’utilizzo di occhiali 3 D è controindicato per i bambini al di sotto dei sei anni d’età e negli adulti va limitato nel tempo, per una durata complessiva non superiore a quella di un singolo spettacolo, compreso l’intervallo.
Infine, onde evitare la trasmissione di infezioni batteriche e virali è opportuno che agli spettatori delle sale cinematografiche sia garantita la fornitura di occhiali monouso.