In certi ospedali c’è da augurarsi di non dover mai entrare. Questo è l’accorato appello che ci giunge da BC, nostra affezionata lettrice laziale. L’ospedale in questione è quello di Frosinone, nello specifico il reparto di medicina. La sua denuncia è sconvolgente.
A seguito del ricovero di un parente molto anziano per una grave patologia, BC si è imbattuta in una realtà che mai avrebbe immaginato: i servizi igienici insufficienti e molto sporchi, i malati ricoverati in corridoio, il personale infermieristico poco disponibile anche al dialogo, un solo medico per tutto il reparto (70 degenti) che risulta impossibile contattare per un breve colloquio.
Il caro parente, dopo quattro ore passate al pronto soccorso, viene ricoverato in corridoio dove per tutto il giorno e anche la notte, è amorevolmente assistito solo dalla figlia – sempre in piedi perché non ci sono sedie disponibili - perché il personale infermieristico non è sufficiente per gestire tutte le necessità del reparto. Inoltre resta a carico del congiunto la somministrazione, al malato, dei pasti. Se, per qualche motivo, il famigliare non si presenta all’appuntamento, l’ammalato non mangia, cioè nessuno del personale di corsia, si preoccupa di verificare la cosa. Di certo salta la colazione, perché la figlia non può entrare in Ospedale la mattina, non è orario di visita.
La soluzione? C’è. Da tempo è pronto il nuovo ospedale… ma non apre. Tempi lunghi, dice la politica. Prima di decidere passano legislature intere. E poi ci si lamenta dei tempi lunghi della Magistratura… “…Ma mi faccia il piacere!...” urlava Tutò…
Passano solo pochi giorni e, dopo una breve verifica, poiché il paziente non può guarire, i parenti del malato sono invitati, dal personale medico del reparto, a dimettere il loro congiunto e a collocarlo presso una struttura privata. E se uno i soldi, per ricoverare i propri cari presso una struttura medica privata, non li ha? Che fa? Stampa banconote false?