Ammontava a oltre 300.000 euro la somma che Giovanni Schiavon doveva ricevere dai sui creditori, in larga parte la Pubblica Amministrazione, e che non riusciva a riscuotere. Era un imprenditore di 59 anni, titolare di una piccola impresa del padovano, la Eurostrade90, un’azienda edile di Peraga di Vigonza, operante nel settore con molta serietà da oltre trent’anni. Erano soldi necessari alla sopravvivenza della sua azienda. Giovanni Schiavon non è il primo imprenditore che si toglie la vita a causa di crediti non riscossi che creano situazioni non più risolvibili alle aziende. Lunedì 12 dicembre, dopo essersi recato, come faceva ogni mattina, nel suo ufficio, si è sparato. Ha lasciato un biglietto nel quale ha scritto: “Non ce la faccio più”. Impossibilitato a recuperare i suoi crediti, ha cercato di sistemare i suoi operai chiedendo la cassa integrazione per sette di loro, poi ha deciso di farla finita.
Giovanni è l’ennesima vittima di una degenerazione del sistema che da tempo noi associazione “CITTADINI ATTIVI” denunciamo e condanniamo. La Comunità Europea tempo fa ha diramato una disposizione in cui dice che i rapporti tra ente locale e privati devono essere saldati entro trenta giorni. A tal proposito abbiamo rivolto un appello al Ministro delle Finanze affinché gli Enti virtuosi siano autorizzati a procedere con i pagamenti dovuti, in deroga ai vincoli del patto di stabilità. Abbiamo anche chiesto che sia consentito alle imprese che vantano crediti nei confronti di amministrazioni dello Stato, enti pubblici, ecc., di compensare le cifre in sede di liquidazione di imposte e di contributi. E’ la stessa tecnica adottata, in sede di dichiarazione dei redditi da parte dei privati cittadini, che possono compensare i loro crediti con il dovuto in termini di tasse. E’ una proposta che consentirebbe a molte aziende di sopravvivere in momenti come questi, caratterizzati da una forte crisi di liquidità.
Siamo arrivati ad una situazione paradossale, cioè che ad impedire alle amministrazioni pubbliche di pagare le imprese non è la crisi economica, non è la congiuntura avversa, non è la mancanza di risorse bensì una legge sbagliata qual è il “Patto di Stabilità”. Spesso molte aziende, capita l’antifona, non partecipano più ai bandi di gara o sono costrette a lasciare i cantieri in corso d’opera per mancanza di risorse. Il più delle volte sono gli imprenditori onesti, quelli che vengono tagliati fuori dagli appalti pubblici dove invece sempre di più sono le imprese mafiose ad avere la meglio, anche e soprattutto al nord.
Numerosissime sono state le attestazioni di solidarietà e di affetto che sono giunte alla famiglia dell’imprenditore, da parenti ed amici ma anche da persone sconosciute, singoli cittadini, padri e madri di famiglia che mai avevano conosciuto Giovanni ma che vedevano in lui colui che si rendeva partecipe nel dare un’opportunità di lavoro ai giovani, ai disoccupati.
Il Natale si avvicina, ma per alcuni non sarà un’occasione di festa e di gioia, di rinascita, ma solo di pianto e di sconforto per chi come Daniela Schiavon non avrà più un marito affettuoso, per chi, giovane disoccupato, non avrà forse mai un lavoro, per chi, precario cronico, non avrà mai un impiego a tempo indeterminato, per chi, pensionato, vedrà congelata o ridimensionata la sua pensione, per chi, anziano lavoratore, vedrà allungarsi l’età pensionabile, per chi, padre e madre di famiglia, avrà sempre più difficoltà a vivere con novecento euro al mese, per chi, donna, vedrà allungarsi le sue speranze di uscita dal mondo del lavoro, per chi prossimo nascituro non sa che è sempre più difficile venire al mondo…