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EDITORIALI E COMUNICATI

n. 2311 del 19/09/2009

VELENI DI CALABRIA

Non bastavano la sanità e gli incendi di quest’estate, sempre dolosi e con gli interessi della ‘ndrangheta a farla da padrone, a rendere le cose difficili. Ora con la scoperta dell’affondamento delle navi con le scorie radioattive, il quadro è completo. La notizia si è diffusa come un fulmine a ciel sereno da quando il pentito della ‘ndrangheta, Francesco Fonti, ha rivelato quello che era accaduto al mercantile (probabilmente il Cunsky) da lui stesso affondato, nel 1992 con dell’esplosivo che ha squarciato la prua inabissandolo con il suo carico di morte.

Centoventi bidoni pieni di sostanze radioattive (sembra che arrivassero dall’estero) che ora rischiano di contaminare l’intero eco sistema marino e terrestre delle coste calabresi. L’altro orrore è che il mercantile non è l’unica nave che giace sui fondali, addirittura ve ne sarebbero altre 3 distribuite lungo le coste: la Jolly Rosso arenata ad Amantea nel 1990, un’altra dirottata sullo Ionio nei pressi di Metaponto e l’ultima a Maratea in Basilicata. La criminalità ha fatto scempio anche dell’ultima ricchezza rimasta…il mare con le sue spiagge e le sue scogliere.

La Calabria non può essere la discarica degli orrori, degli interessi di chi fa affari loschi e sporchi fregandosene di tutto e di tutti. Inoltre non è detto che nel resto d’Italia non ci siano situazioni simili di cui non siamo a conoscenza, ed il caso del Cunsky è solo il coperchio tolto dal vaso di Pandora. Tra l’altro il recupero e la bonifica dei territori e dei tratti di mare coinvolti avranno un prezzo inaccessibile per le finanze locali.

Il procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, si è incontrato con i tecnici del Ministero dell’Ambiente per definire l’opera di verifica sulle navi dei veleni. Si aspettano anche i risultati delle prime indagini già partite con i Carabinieri del NOE e l’Arpacal. E non si può mettere da parte la paura che serpeggia tra i turisti che magari il prossimo anno non sceglieranno di fare le vacanze in Calabria, dando il colpo di grazia a quel poco di economia che ancora regge nella regione.

Gli abitanti vogliono risposte certe e sono preoccupati per l’aumento dei casi di tumore proprio nelle zone coinvolte. C’è soprattutto rabbia nell’animo di questa gente che ogni giorno deve fare i conti con un passato duro, un futuro pieno d’incertezze e con le istituzioni che non riescono a garantire un minimo di vita decente. E lo Stato Italiano dov’è? Ci propone il nucleare, il ponte sullo stretto, ma sono ben altre le cose da sistemare con urgenza. Come non può far riflettere che nel mare di Calabria (sia Tirreno che Ionio), siano stati rinvenuti, sui fondali, coralli gialli, rosa e un tipo rarissimo di corallo nero? Non c’è da stare allegri, ma si spera nella coscienza di chi condurrà le indagini.


Maria Andropoli - Ufficio Stampa CITTADINI ATTIVI


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