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EDITORIALI E COMUNICATI

n. 237 del 10/10/2003

“ARTICOLO QUINTO: CHI GA I’ SCHEI, GA’ VINTO” ?

INTERVENTO inviato agli organi di stampa

_____________________________________________________________________

Ultimamente molti settori del mondo produttivo e del terziario, sono caratterizzati da operazioni societarie tendenti all’unificazione, fusione, incorporazione e quant’altro, con l’evidente scopo di aumentare le sinergie e la massa critica, migliorare gli indici di bilancio, patrimoniali e di conto economico, operare economie di scala e razionalizzare l’impiego del personale.

Il fine logico di tali ristrutturazioni e/o cambiamenti trova la sua giustificazione nel consolidamento patrimoniale della nuova azienda, nella sua possibilità di potersi eventualmente quotare sul libero mercato, nella migliore capacità nel saperne reggere la sfida del mercato e la sua concorrenza, nella possibilità di poter investire maggiori risorse nello studio e nella ricerca onde ottenere nuovi prodotti da immettere sul circuito commerciale e realizzare razionali riduzioni del costo per prodotto e molto altro.

Orbene, tali cambiamenti, il più delle volte, in un primo tempo, generano nel personale della società acquisita e/o incorporata, un sentimento di frustrazione e debolezza consci del fatto che il ruolo aziendale fino ad allora occupato non sarà più garantito.

Molte delle personali sicurezze che il personale dipendente aveva nel tempo raggiunto, frutto dell’abitudinarietà del suo lavoro e della conoscenza interpersonale acquisite nei rapporti gerarchici, d’improvviso cessano. Da ora in avanti la strada si rifà in salita e, negli anni, diventa sempre più dura percorrerla.

Comunque sia, allo sconforto si sostituisce, a seconda dei casi, la rassegnazione o la voglia di ricominciare, perché nel mondo aziendale, da sempre si sa che vale l’articolo quinto: “chi ga i’ schei, ga’ vinto!”.

Ieri, in Consiglio Comunale, in tarda serata, il Sindaco Giustina Destro e la sua maggioranza, hanno approvato la fusione di Aps Padova con Acegas Trieste.

Entrando nel merito della questione, si scopre che poiché Aps vale tre volte Acegas, essa viene necessariamente “svalutata” per 120 milioni di euro, indebitandola con il mondo bancario, onde poterla quotare alla pari con la stessa Acegas.

Inoltre, non contenti, nell’ambito della governance, il golden share, il punto in più in una situazione di parità, viene concesso sempre ad Acegas. Il Presidente e l’Amministratore delegato della nuova società parleranno il triestino e, sempre a Trieste, sarà allocata la nuova sede sociale della costituenda Aps-Acegas.

Ma scusate, e il famoso articolo quinto? A Padova, non vale più? E sì che chi, come il nostro Sindaco Giustina Destro, da tempo frequenta i salotti di Confindustria, certe regole le dovrebbe conoscere!

Oddio, e adesso, se così è, chi glielo dice a quei poveri cristi che, convinti nella loro precaria situazione di lavoratori assorbiti, in realtà potrebbero aspirare ruoli di potere se non di direzione, pur provenendo da una società fagocitata e patrimonialmente più debole ?

Forte è il sospetto che siano altri gli “articoli” che regolano tale operazione societaria. Possibili convenienze legate alla spartizione del potere personale e affinità politiche da conservare.

Il guaio è che ci rendeva 12 miliardi l’anno e che noi tutti, cittadini di centrodestra o di centrosinistra di Padova, ne eravamo i proprietari.


Armando Della Bella - Coordinatore di Cittadini Attivi


Paolo Tagliaro © 2003/04 - Tutti i diritti sono riservati