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EDITORIALI E COMUNICATI

n. 936 del 10/05/2005

LA SCUOLA DELL’OBBLIGO: FALLIMENTO DI UNA RIFORMA

Da 150 anni, la scuola è in attesa di conquistare la propria libertà, dai teorici e filosofi, cervelloni riformisti ed in particolare dalla Chiesa. I liberali di Libera Chiesa in Libero Stato, hanno fallito. Ogni decisione o riforma della scuola è sottoposta al controllo della chiesa.

Gli obiettivi per una scuola gratuita, laica e obbligatoria non sono stati raggiunti.

Non è facile conquistare la libertà, in questo campo, far vivere le pari opportunità, dare corpo alla fraternità.

Il nostro paese è spesso ingrato con gli insegnanti, professori, istitutori, personale amministrativo e tecnico, che, forti delle loro competenze e abilità, ma ancora di più del loro impegno, hanno saputo accogliere, integrare e formare nuove generazioni. Grazie a loro la scuola Italiana è diventata la scuola di tutti. Eppure il sistema educativo segna il passo. Ci si interroga sul contenuto della missione scolastica, sui contenuti, su quello che non si deve fare. Le riforme sono sempre più numerose, quasi mai applicate, raramente valutate. La scuola è un patrimonio di tutti. Deve aprirsi un dibattito profondo sull’avvenire del nostro sistema educativo. Pensiamo che i bambini che entrano oggi alle materne, lasceranno il sistema educativo nel 2020. L’Europa sarà già cambiata e la scuola ha il dovere di anticipare i cambiamenti, con nuove ambizioni e nuovi metodi. Il dibattito deve aprirsi a tutte le famiglie, a tutte le professioni, a tutti gli Italiani. Questo potrebbe essere una tappa per la modernizzazione della nostra vita pubblica. La conoscenza è la chiave dello sviluppo individuale e il fondamento della ricchezza delle nazioni. L’ignoranza è sinonimo di esclusione. La scuola Italiana ha il dovere di preparare le future generazioni a questa evoluzione. Lo Stato deve dare le risorse necessarie per muoversi nella società del cambiamento e dello scambio. Il paese ha bisogno di più sapere, di più competenze, di più qualificazione, di più diplomati.

Nel Veneto solo il 70 % dei giovani è diplomato. Per assicurare la crescita e quindi l’occupazione del Paese si deve perseguire il rialzo del livello di conoscenze.

A SCUOLA si acquisiscono i valori e le regole fondamentali di :

- comportamento

- responsabilità

- rispetto dei doveri civici

- tolleranza e solidarietà

Per troppo tempo il dibattito sulla scuola è stato delegato ad altre agenzie.

I docenti di ogni ordine e grado devono agire, per rendere la scuola più sicura dei suoi valori, più efficace, più giusta.

La scuola non è prerogativa di nessun partito, nessun clan, nessun campo, nessuna religione. La scuola è della Repubblica Italiana.

E’ essenziale, per poter trasmettere agli alunni il messaggio, che le famiglie condividano:

- la tolleranza

- le pari opportunità

- il rispetto delle regole

- dell’autorità

Il senso della laicità che permette di accogliere tutte le differenze. La laicità è uno dei valori primordiali dell’istituzione scolastica. La scuola è il luogo della trasmissione dei valori, il luogo delle responsabilità!

I giovani devono conoscere la storia, quella della Repubblica, devono conoscere e rispettare il suo inno e la sua bandiera che si trova in tutti gli Istituti del Paese. Troppo spesso il problema delle pari opportunità si è tradotto con l’idea di imporre un insegnamento uguale per tutti. Da qui la nascita di disparità, tra chi è nella media e chi no. La scuola deve valorizzare la diversità degli alunni verso l’alto, perché il paese ha bisogno di tutte le competenze e di tutti i talenti.

Al termine della scuola dell’obbligo sino a 15 anni, aggiungere la IV media, ogni alunno DEVE avere una base fondamentale di saperi, competenze, abilità, regole di comportamento che lo preparino pienamente alla vita di adulto, sia che prosegui gli studi o intenda entrare nella vita attiva. I percorsi della scuola secondaria di 2° dovrebbero essere : Classico generale, Scientifico tecnologico, professionale.

Bisogna mobilitarsi sul modo di raggiungere gli obiettivi condivisi, esplorare con la massima onestà, tutte le leve del cambiamento per costruire un futuro di fiducia nella scuola di cui il paese ha estremamente bisogno. La scuola è il primo cantiere per la riforma dello Stato. I professori spesso si sentono dimenticati, trascurati, ostacolati da un sistema di regole che non risponde più alla realtà. Era più facile nel passato il mestiere del pedagogo. Più autonomia ai docenti, valorizzazione della professionalità per mezzo della valutazione.

Scelta dei Presidi o dirigenti scolastici da parte del Collegio Docenti. Bisogna dare spazio a chi si è fatta l’esperienza sul campo. Gli insegnanti devono avere nuove funzioni negli Istituti, passare ad altri settori nella pubblica amministrazione, potenziare tutte le attività parascolastiche, culturali e sportive che attualmente le famiglie pagano al privato. La scuola non dimentichiamolo, è un’opportunità e una conquista! Dopo due anni dall’approvazione della legge Moratti, i guasti prodotti sulla Scuola Pubblica cominciano ad evidenziarsi in tutta la loro realtà. Tre finanziarie si sono succedute, con i risultati:

Il tempo scuola degli alunni cala da 30 a 27h

Ridotto il numero dei docenti e del personale Ata

Nessun investimento nell’edilizia scolastica Numerose scuole fuori norma.

Scuola dell’infanzia

Chi compie 3 anni entro il 28 febbraio può essere iscritto al primo anno della scuola dell’infanzia. La mancanza di asili nido e quindi la disponibilità di posti, il loro costo elevato, hanno indotto molte famiglie a chiedere l’inserimento di bambini di 2 anni e ½ nella scuola dell’infanzia pubblica. I Comuni, in grave difficoltà Finanziarie, sono andati in crisi di fronte alle molte richieste dei genitori di anticipare la Scuola. Gli insegnanti chiedono di essere messi nelle condizioni di garantire a tutti un ambiente educativo di qualità, non pochi genitori chiedono un servizio promesso dalla Legge.

Nemmeno un € è stato reso disponibile, per mancanza di volontà politica, perché è stato detto esplicitamente che non è previsto nessun finanziamento perché la scuole dell’infanzia Non è obbligatoria.

Scuola elementare

E’ possibile anticipare l’iscrizione alla prima ele. di quei bambini che compiono 6 anni entro il 30 aprile dell’anno successivo. La scelta è dei genitori al Nord è stata del 15 %. Molti pareri negativi : un anticipo di 4 mesi non aiuta la qualità dello sviluppo dei bambini.

Tempo Pieno

Le norme sul tempo pieno prevedono 40 ore settimanali di funzionamento della scuola, due insegnanti per classe, a cui si può aggiungere il docente di lingua straniera, di religione, il sostegno per alunni con Handicap.

Con la riforma Moratti le ore obbligatorie di lezione settimanali sono 27, a cui si possono aggiungere a scelta fino a 3 ore settimanali per laboratori e sino a 10 ore mensa. Il tempo pieno collaudato da anni si è dimostrato un modello positivo, non mette fretta e favorisce la socializzazione. La rottura dell’unità classe,crea confusione e differenze ingiustificate.

Le 3 i inglese, informatica, impresa.

Tra le finalità della scuola elementare la legge indica l’alfabetizzazione informatica e della lingua inglese. Purtroppo molte scuole non possiedono strumentazione informatica all’altezza dei bisogni. E’ vero tuttavia che non si tratta di “informatica” ma di addestramento all’uso di una con memoria. Per l’inglese non esiste nessun ritardo essendo garantite 3 ore per classe. Ancora una volta tutto è affidato alla disponibilità dei docenti.

Scuola Media

Diminuito il tempo scuola da 30 a 27 ore settimanali obbligatorie. A scelta sino a 6 ore settimanali di laboratorio e sino a 7 ore per la mensa. C’è molta confusione. “La vecchia scuola” prevedeva 3 ore sett. di lingua straniera. Le ore sono diventate 4 per il bilinguismo. Le ore di Tecnologia informatica erano 3 in prima media sono diventate 1. Per la scheda di valutazione o pagella ognuno si deve arrangiare. Il destino della scuola pubblica riguarda tutto il paese. Con questa legge e i suoi decreti sono a rischio i fondamentali diritti dei cittadini.


Luciano Parolin - Coordinatore per la Provincia di Vicenza


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