Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ci ha lasciato Angelo Morini o forse, per meglio dire, ha deciso di lasciarci. Volto storico del giornalismo italiano e noto anchorman di CANALE ITALIA, mentre i primi fiocchi bianchi di neve cadevano dal cielo, Lui, improvvisamente, ha deciso di ritornarvi, così in silenzio, in punta di piedi, senza disturbare...
Per tanti di noi era più di un amico, più di un fratello. Nativo di Pisa, aveva vissuto a lungo a Firenze. Era un “toscanaccio” di quelli veri, veraci. Giornalista inflessibile, sempre al di sopra delle parti, mai di parte, conduceva i suoi talk show con competenza e professionalità. Sapeva far sintesi delle opinioni espresse ed evidenziarne i lati deboli.
Il suo era un giornalismo di opinione, all’americana, fatto di espressioni brevi, sintetiche, ma dense di significato. Mai chiacchiericcio. Odiava la polemica, soprattutto se fine a sé stessa. Mai si sarebbe prestato alla cosiddetta “TV spazzatura”. Un giornalismo di stile, signorile, mai irriverente e neppure accondiscendente verso il potere, votato alla ricerca della verità, per servire il suo pubblico. La piaggeria era l’unico vocabolo a Lui sconosciuto, a Lui che con lo “italo verbo” sapeva giocare e pungere assai.
In Lui, nel suo modo di essere, si mescolavano i tratti e le qualità di personaggi del calibro di Indro Montanelli, Sandro Paternostro, Roberto Benigni e l’Ugo Tognazzi, protagonista, con la famosa “supercazzola”, del film “Amici Miei” di Mario Monicelli. Sì perché, da buon “toscanaccio”, una qualità non gli faceva difetto: l’ironia. Una vena ironica che utilizzava, nel suo essere e fare il giornalista, per raggiungere, con tatto, la verità, per evidenziare le contraddizioni, per smascherare le bugie. Un’ironia bonaria, densa di umorismo ma sempre rispettosa della persona.
Era una persona molto buona, umile e sensibile, dotato di sana onestà intellettuale, sempre pronto all’ascolto, al servizio, alla collaborazione. Il sorriso era sempre il suo saluto anche se la vita gli aveva arrecato tormenti e sofferenze. Il suo essere giornalista e, quindi, attento cronista del mondo, lo portava, spesso, a dar voce alle minoranze ed ai più deboli, lo portava ad essere strenuo difensore del pluralismo, soprattutto nell’informazione.
Oggi ho perso un amico, un carissimo amico, un fratello. Un “toscanaccio” che non ha saputo, o voluto, rinunciare alla sua ultima “bischerata”.
Ciao Angelo!
Ci è voluto poco perché una manifestazioni di protesta si trasformasse in una tragedia. La manifestazione che ha dato vita agli scontri era stata organizzata per protestare contro i tagli dell'elettricità: da Shiyah, il quartiere a maggioranza sciita dove era in corso la protesta, ieri sera gli scontri si sono estesi alla zona di Al Rihab, Qafaat, Mar Elias.
Tutto ha avuto inizio intorno alle 16 ora locale, quando alcune decine di dimostranti hanno bloccato la circolazione all'incrocio nei pressi della chiesa cristiano-maronita di Mar Mikhael, nel quartiere di Shiyah. I soldati sono intervenuti per disperdere i manifestanti, ma la situazione è rapidamente degenerata e ha avuto inizio la sparatoria. L'esercito ha operato numerosi arresti, ma - non appena si è diffusa la notizia che tra i morti c'era un militante di Amal, maggior gruppo sciita dopo Hizbollah - altre centinaia di giovani dimostranti hanno cominciato ad accorrere e i soldati hanno preferito ritirarsi dalla zona degli scontri.
Dicevamo che è bastato poco per far esplodere la tensione e la rabbia che il popolo libanese ha accumulato in questi mesi nei confronti dei partiti politici che hanno portato il paese in una crisi politica ed istituzionale profonda, che non sarà risolta a breve termine. La ragione principale sta nel fatto che l'elezione del presidente libanese non è una questione esclusivamente libanese. Numerose potenze estere vogliono dire la loro, in primis la Siria, poiché quest'ultima guarda agli sviluppi in Libano come ad una questione di vita o di morte.
A torto o a ragione, la Siria sente la necessità di esercitare il proprio potere di veto nella scelta del presidente libanese. Sicuramente giungere ad un accordo fra i partiti e le confessioni religiose non è un compito facile, e richiederà probabilmente ancora del tempo. Il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, ha dato fondo a tutte le sue energie nel tentativo di mediare tra le fazioni libanesi rivali ed i loro sostenitori esterni, finora senza successo.
Queste potenze esterne includono paesi rivali come l'Arabia Saudita e l'Iran, ma anche l'Egitto, la Francia, gli Stati Uniti, e perfino Israele (che opera attraverso gli Stati Uniti). In ogni caso, nel contesto libanese, il più importante di questi attori esterni è la Siria.
Si dice a Damasco che il presidente Bashar al-Assad avrebbe chiesto ad Amr Moussa di recarsi a Riyadh al fine di trasmettere un messaggio di riconciliazione al re Abdallah dell'Arabia Saudita. Secondo alcune fonti, il presidente al-Assad avrebbe anche affermato che non farà un passo senza essersi assicurato in precedenza l'appoggio saudita. Se queste voci fossero confermate, potrebbero essere indice di una distensione nei rapporti interarabi - e dunque della speranza di una soluzione in Libano.
Al-Assad, partecipando al vertice arabo di Riyadh nel marzo del 2007, aveva discusso a lungo con il re Abdallah. Il Libano era stato l'argomento principale allora, così come lo è adesso. Una distensione fra Damasco e Riyadh è assolutamente necessaria, poiché l'attuale freddezza, che rasenta l'ostilità, è uno dei principali impedimenti al raggiungimento di un compromesso libanese.
Il ricordo della guerra civile che sconvolse il Libano e che durò più di 15 anni è ancora vivo nella mente della popolazione, che ha paura di un'altra guerra settaria. Anche la chiesa cattolico-maronita libanese ha chiesto dal canto suo la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza dall'Onu per scongiurare un "bagno di sangue".
Quasi tre anni fa, i Libanesi credevano fosse finalmente giunta l'ora della pace: con il ritiro delle truppe siriane, nell'aprile 2005, il Paese si sbarazzò di una tutela a dir poco invadente, o almeno questo era ciò che si pensava. I suoi dirigenti, apparentemente abbandonate le proprie velleità settarie, si dissero pronti a costruire uno Stato di diritto. La speranza era immensa, tutto era deciso ed i Libanesi credettero che il peggio fosse passato.
Una reale ripresa del Libano non sembrerebbe possibile se non a condizione di una riforma strutturale interna ed una neutralizzazione dei fattori esterni, come l'Iran di Ahmadinejad e la Siria di Assad.
Muori. Così diceva un ripetuto proverbio perché dopo aver visto un posto considerato tanto bello si era visto tutto e si poteva anche passare a miglior vita…Ma all’inizio dell’estate e allo scoppiare del primo caldo torrido Napoli e la Campania si sono impossessate della cronaca a causa dell’emergenza immondizia annunciata da lontano e che nessuno ha fatto niente per evitare: migliaia di tonnellate di rifiuti abbandonate lungo le strade delle città e dei paesi campani, discariche rigurgitanti, altri siti per la “monnezza” con i paesani che si oppongono come i Sanniti ai Romani, e infine la spazzatura incendiata che libera diossina mentre perfino il presidente della Repubblica è costretto a richiamare ai propri doveri chi avrebbe dovuto provvedere per tempo e non lo ha fatto.
C’è da farsi venire un attacco di bile: perché in Italia è tutto così improbabile? Quasi niente va come dovrebbe, la noiosa normalità pare in spregio a tutti, le istituzioni e lo Stato stanno nello stellone ufficiale che accompagna il titolo di Repubblica ma assai poco nei comportamenti quotidiani, lo Stato, se mai è possibile, va ingannato e deriso, ma lo Stato siamo noi.
Intanto la monnezza inquina le falde e i terreni nella Campania felix, terra di canzoni sceneggiate e camorra, muoiono come in un orrendo presagio pecore e agnelli, animali che pascolano e stanno con il muso in terra. Non c’è che dire, è proprio una bella danza macabra, una vergogna d’altri tempi sopportata e ostentata come e più di una battaglia risorgimentale. Come andrà a finire?
Qualcuno dopo “La morte a Venezia” scriverà qualcosa del genere anche per la città del Golfo? Lo sapremo entro l’estate, ma nel frattempo, fosse anche solo per l’intenzione, sentitamente ringraziano: la Colonia Batterica del Vibrione Colerico; l’Orchestra da Camera (mortuaria) per i funerali in musica; la Società Anonima di Stoccaggio e Rilascio della Libera Diossina…
E ancora, si fregano (allegramente) le mani: la Confraternita di Utilità Sociale dei Monatti e Beccamorti integrati per il gran lavoro che si prospetta (verrà quotata in Borsa?); la Cooperativa Agroalimentare della Bufala Campana per la produzione della mozzarella da scarto di plastica, perché la mozzarella prodotta con il latte degli intelligenti bovini sarà consumabile solo a rischio e verrà eletta a cibo-roulette dagli aspiranti suicidi proprio come il pesce-palla giapponese, basta sbagliare a tagliarne una fettina e il veleno che c’è dentro si diffonde nelle fibre e ammazza all’istante lo stravagante commensale.
A chi dobbiamo dire grazie? All’ecomafia che traffica in rifiuti e li scarica in campagna, molte grazie alla classe politica che è rimasta svogliatamente alla finestra a guardare, alla goffa burocrazia e a secoli di malgoverno, l’unico che abbia retto quelle terre da Federico II (XIII secolo) a questa parte. Eh già! Si tratta pur sempre di Napoli, si dirà.
Mica vero, per un fenomeno che vede far quattrini sporchi dalla spazzatura, non occorre andar lontano, ma qui da noi, nella Bassa (sarà un caso?) Padovana, con il nostro “immondiziere”, il consorzio dei comuni, i sindaci, gli amministratori, i politici, ieri inquisiti, oggi imputati in un maxi-processo per affari illeciti lucrati sull’asporto rifiuti e pagati con i soldi di tutti. Risparmiati, per ora, i roghi delle immondizie e e le colonie di ratti sulla via della migrazione con il fagottello di cenci in spalla.
Una montagnola di quattrini su cui si sono arrampicati tutti, per poi farsi trascinare da quella cima giù in discarica, tutti dietro al locale pifferaio di Hamelin con il suo seguito di roditori, topi e tope, affamati. Che scempio!
A chi dobbiamo dire grazie? Boh, fate un po’ voi. Intanto, buone vacanze!
(da "Celeste")
Ormai il panorama politico si sta delineando in vista delle prossime elezioni politiche. Nei due schieramenti si consumano le alleanze o le separazioni non scevre da forti polemiche. La strumentale applicazione di una legge elettorale iniqua e antidemocratica, non rappresentativa della volontà popolare, ha ridisegnato un nuovo scenario politico dove, come sempre, i partiti la fanno da padrona, oggi più di ieri, più del domani. Così facendo, a piè pari, si sono evitate la riforma della legge elettorale e le forche caudine rappresentate dalla prossima consultazione referendaria. Ed i futuri candidati saranno, ancora una volta, ostaggio delle segreterie dei partiti e per nulla rappresentativi della volontà popolare….
Tutto ad un tratto, la parola “PRIMARIE” è scomparsa dall’odierno gergo politico…
E la società civile, il sano civismo, quello che non appartiene a “finte” liste civiche sottoprodotti dei partiti più grossi, che fa? I singoli cittadini, i giovani ed i meno giovani, quelli che partecipano alla plurima galassia formata dalle associazioni, dai movimenti, dal volontariato, quelli che sono mossi da un sano senso civico verso le istituzioni, quelli che non hanno tessera di partito e che operano in rappresentanza di “vere” liste civiche formate da non tesserati, quelli che ritengono che la politica vada intesa come un servizio verso il Paese e non invece finalizzata alla promozione di sé stessi, che fanno?
“E le stelle stanno a guardare…” direbbe A. Joseph Cronin. L’Italia dei Valori, con il recente accordo firmato con il Partito Democratico e la successiva promessa fatta a Veltroni di aderire, una volta nominato il Parlamento, al “gruppo unico” del PD, ha, se mantiene poi fede ad un principio di corretta coerenza politica, sostanzialmente decretato la fine della sua identità politica e del suo simbolo. Sosterrà il programma politico del Partito Democratico e ne seguirà le indicazioni politiche.
Come coordinatore della libera associazione “CITTADINI ATTIVI” ritengo che, di fronte a questo scenario politico, si aprano grandi spazi per la rappresentanza della Società Civile al di fuori della logica degli attuali partiti. Perché non provarci? Perché non dare finalmente fiato e corpo ad un nuova identità, ad una lista civica nazionale frutto della federazione tra semplici cittadini e libere forme di associazionismo-movimentismo non ideologicizzato? “CITTADINI ATTIVI” è a vostra disposizione anche per la rappresentanza territoriale.
E’ indubbio. Il nostro Paese sta soffrendo, la nostra gente soffre un lavoro precario, un costo della vita altissimo, un’insicurezza sociale ed ambientale cronica. La classe politica è in forte crisi, incapace di rinnovarsi e, ad esempio, di ridursi seriamente ed autonomamente sprechi e privilegi. C’è bisogno di qualcosa di NUOVO, ma di veramente NUOVO, non qualcosa di vecchio che si rinnova e si ricicla con una passata di bianco.
So che non è una impresa facile. Credo che comunque valga la pena di tentare con serenità e senza patemi d’animo. E’ una BUONA OCCASIONE. Con la “forza” dei calmi e di chi non fa una questione di vita o di morte l’ottenimento di uno strapuntino. “Pacatamente e serenamente” direbbe qualcuno ma forti nei principi e nei valori da sostenere. Potrebbe essere comunque l’inizio di uno splendido ed entusiasmante viaggio...
Chiunque quindi ritenga di poter condividere questa idea invii quanto prima un sms al numero 3472763141 od una e-mail all’indirizzo info@cittadiniattivi.it. Sarà successivamente contattato per i dettagli politici ed organizzativi.
Oscar Wilde affermava che “…Un'idea che non sia pericolosa non merita affatto di essere chiamata idea…”.
Anche noi, se lo vogliamo, ce la possiamo fare. YES, WE CAN TOO!
Il piccolo comune che finora era riuscito a salvaguardare il suo territorio dalla cementificazione ovunque imperante, piccola nicchia di verde fra comuni, come Maserà ed Albignasego dove ormai la speculazione edilizia la fa da padrone, sembra ormai soccombere al cemento: si costruisce ovunque, ovunque sorgono cantieri ed è tutto un susseguirsi di gru in movimento.
E’ stata cancellata la Commissione Edilizia che prima filtrava le concessioni a costruire, vengono tolte le prescrizioni che prima tutelavano il paesaggio, sostituendole con «indicazioni» che non tutelano più niente e quindi via a sette condomini con 50 appartamenti vicino a Via Don Torresin (altezza 9 m.), quindi altri condomini (ben 9) in Via Da Rio e di fronte alla Torre, in un territorio che fino a ieri rappresentava l’icona della dolce campagna veneta con il fiumiciattolo, gli aironi bianchi, il vasto orizzonte.
E poi una porcilaia a Carrara S.Stefano trasformata in nuove residenze per nuovi 10.000 mc con altre 50 abitazioni e quindi altri più di 10.000 mc di nuove costruzioni che andranno a fagocitare territorio agricolo in seguito alla nuova localizzazione del Palazzetto dello Sport. A questo grande attivismo urbanistico non seguono altri interventi più socialmente rilevanti.
Infatti, a distanza di sei anni dalla petizione con la quale centinaia di cittadini chiedevano urgentemente una pista ciclabile in Via Figaroli (a tutela dei numerosi bambini che quotidianamente la percorrono in bicicletta per raggiungere le scuole del paese), la ciclabile è ancora un mero progetto sulla carta: progetto era con la vecchia amministrazione, progetto ancora è rimasto con la nuova amministrazione insediata da quasi tre anni.
Ma il fiore all’occhiello della nuova urbanizzazione sono gli ampliamenti «carraresi»: un modello costruttivo peculiare della zona che trasforma, grazie ad un porticato che unisce due unità immobiliari, le nuove costruzioni in semplici «ampliamenti». Nemmeno il castello di S. Pelagio, con il suo celebre museo dell’aria è stato risparmiato da questa furia costruttiva: proprio di fronte al castello, nell’area verde che lo tutelava, proprio a celare il magnifico edificio per chi transita in autostrada, perfettamente inserito nel cono visuale del viaggiatore (e potenziale turista) qualcuno ha costruito che cosa? Ma naturalmente un bel parallelepipedo di cemento, un utilissimo ricovero attrezzi che magari, se il tempo sarà generoso, magari con qualche aiutino e con qualche condoncino potrebbe diventare, perché no, una bella villetta.
“CITTADINI ATTIVI” E “UNIONE DEMOCRATICA CONSUMATORI” CORRONO INSIEME ALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE 2008
Cari Amici,
come coordinatore dell’associazione “CITTADINI ATTIVI” e coerentemente con quanto Vi anticipavo con la mia nota politica datata 16 febbraio 2008, dal titolo “YES, WE CAN TOO! Elezioni Politiche Nazionali - Perché non provarci?” che potete leggere in home-page sul sito www.cittadiniattivi.it e anche sul BLOG di CITTADINI ATTIVI (clicca qui per leggere LA NOTA ), Vi rendo noto che la nostra associazione “CITTADINI ATTIVI per la Democrazia e la Giustizia”, domenica 2 marzo 2008, aveva depositato, a Roma, presso il Ministero dell’Interno, il proprio simbolo/logo onde poter partecipare alla prossima competizione elettorale nazionale per la Camera dei Deputati e per il Senato della Repubblica.
Il Ministero dell’Interno, successivamente, aveva comunicato, martedì 4 marzo 2008, la validità del deposito del nostro simbolo. A questo punto “CITTADINI ATTIVI” entrava, a pieno titolo, nel ristretto novero delle identità politiche di questo nostro Paese unitamente a FI, PD, UDC, Sinistra Arcobaleno ed altre. L’evento è importantissimo perché costituisce precedente storico dal quale, da oggi in avanti, poter partire per un cammino sempre più proiettato verso il futuro. A quel punto “CITTADINI ATTIVI” si apprestava a predisporre le proprie liste dei candidati.
Personalmente ritengo, concordemente a tanti di Voi, che sia importante dare concretezza politica a quanto di utile ed efficace in questi anni stiamo facendo e l’opportunità di potersi presentare alla competizione come Lista Civica Nazionale non affiliata a qualche partito ma composta di tanta brava gente, di persone perbene, di tutti i ceti sociali che, al di là del possesso di una tessera di partito, ritengono invece di poter contribuire con le proprie idee e buone intenzioni, in tutta onestà, a risollevare il nostro Paese dalla grave crisi che lo attanaglia, crisi che non è solo di tipo finanziario od economico ma è soprattutto crisi di identità, di classe politica ormai logora ed incapace di rinnovarsi e di mancanza di rappresentanza nelle istituzioni.
Nei giorni a seguire l’”UNIONE DEMOCRATICA COSUMATORI” contattava “CITTADINI ATTIVI” e proponeva un accordo politico che contemplava la condivisione del programma politico e l’inserimento dei candidati di “CITTADINI ATTIVI” nelle liste, alla Camera ed al Senato, dell’UDConsumatori.
La presenza di temi comuni alle due identità quali la difesa del Cittadino Consumatore, la riduzione dei costi, dei privilegi e degli sprechi della “CASTA” politica, l’assenza di candidati con tessera di partito, l’identità di Lista Civica Nazionale, la difesa dei più deboli, l’ambiente, la sicurezza, il precariato, il lavoro e tanti altri rendeva sinergico, nell’interesse del CITTADINO, condividere questa proposta.
CITTADINI ATTIVI si affianca così, in un patto federativo, ad altre sigle quali ADUSBEF, Lista Consumatori, CODACONS e tante altre identità con le quali condivide la tutela e l’attenzione verso il CITTADINO (ATTIVO) che è CONSUMATORE e verso il CONSUMATORE che è CITTADINO (ATTIVO). In questo contesto “CITTADINI ATTIVI” mantiene la propria identità di libera associazione di liberi cittadini sempre attenta alla riduzione dei costi, degli sprechi e dei privilegi di cui oggi gode la cosiddetta “CASTA” dei partiti mantenendosi sempre al servizio del libero CITTADINO di qualunque opinione politica esso sia.
Vi invito quindi, con tutto il cuore, nell’interesse dei cittadini e della società civile, a SOSTENERE, alle prossime elezioni politiche, l’UNIONE DEMOCRATICA CONSUMATORI, proposta che rappresenta veramente l’unico evento “NUOVO” nello scenario politico italiano, non fosse altro per la scelta coraggiosa di candidare SOLO semplici cittadini e non esponenti di partito oltre che, ovviamente, incensurati.
Questa lista non ha stretto accordi e/o alleanze con alcun partito ma corre da sola confidando nel voto di tutti quei cittadini che, stanchi delle solite promesse e delle solite manfrine preelettorali, desiderano veramente dare un segnale forte ed innovativo sostenendo una proposta politica che nasce dal basso come pura espressione della Società Civile.
Per quanto mi riguarda, vi informo che sono candidato, unitamente a tanti altri nostri amici, alla Camera dei Deputati come capolista nelle due circoscrizioni del Veneto: Veneto1 composta dalle province di Verona, Vicenza, Padova e Rovigo e Veneto2 composta dalle province di Venezia, Treviso e Belluno. Sarò grato a tutti coloro che, credendo in me e nelle idee che da anni sostengo, voteranno per la “UNIONE DEMOCRATICA CONSUMATORI”. Chiunque volesse sostenermi, finanziare la mia campagna elettorale, darmi un aiuto, collaborare mi chiami pure al numero: 347/2763141. Gli sarò per sempre grato.
E’ un VOTO UTILE per sostenere il cambiamento della classe politica, nel miglioramento delle condizioni di vita in questo nostro Paese, nel recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni, nella maggiore tutela del cittadino consumatore, dei lavoratori a rischio, sul e del posto di lavoro, dei disabili e degli anziani. UNA SCOMMESSA PER IL FUTURO per una cultura del “FARE” ma nei FATTI e non solo a PAROLE al servizio del cittadino e non, invece, una delega parlamentare chiesta solo per la tutela di personali interessi opportunistici, sete di potere, culto della personalità ed egocentrismo.
E’ un’occasione UNICA per dare voce a chi della coerenza tra il dire ed il fare, in politica, fa un vero VALORE. Quante le promesse fatte da tutti i partiti e mai mantenute. Quante volte si sente affermare: “Predica bene ma razzola male…” o “Fate quel che dico, non fate quel che faccio…”. Piuttosto che non votare, votate per la lista “UNIONE DEMOCRATICA CONSUMATORI”!
Il programma elettorale della Lista “CITTADINI ATTIVI” e della Lista “UNIONE DEMOCRATICA CONSUMATORI” sono a Vostra disposizione e potranno, a breve, essere consultati sul nostro sito web www.cittadiniattivi.it. Per ogni vostro commento Vi invito ad utilizzare lo spazio dedicato ai commenti, su questo BLOG, in calce a questa mia nota politica.
Contiamo su di VOI! Un caro saluto ed un forte abbraccio a tutti.
Dopo oltre quindici anni di guerra civile è di nuovo il tessuto unitario del Libano che è messo a dura prova con il golpe di Hezbollah, che è stato e tuttora aiutato sia dalla Siria sia dall'Iran. Infatti, la terra Libanese si è trasformato in una terra di conflitto tra Stati Uniti d'America , Siria, l'Iran e gli Hezbollah.
Il governo Siriano non ha mai digerito il ritiro delle sue troppe del Libano che durava tre decenni. Da tempo molti paesi arabi, ed anche paesi non arabi, chiedono alla Siria di utilizzare la propria influenza in Libano per fare pressioni sugli Hezbollah di Hassan Nessrollah, con l’obiettivo di spingere quest’ultimo ad accettare le iniziative araba ed internazionali per risolvere la crisi libanese eleggendo un presidente per il Libano, costituendo un governo di unità nazionale e modificando la legge elettorale.
Da molti anni i vari gruppi politici e religiosi si accusano a vicenda di tradimento, di servire i paesi stranieri per destabilizzare il paese medio orientale. La situazione attuale in Libano non permette facili speranze. La crisi economica, sopratutto, attanaglia uno stato pesantemente indebitato. A livello politico è necessario responsabilizzare gli attuali partiti e gruppi politici del Libano perché prendano a cuore la pace del loro paese.
Come diceva uno dei maggiori intellettuali Libanesi Abdel Hamid Karamé: "Ogni comunità del Libano, quale che sia la sua importanza, rinunci definitivamente, e in parole, e per convenzione, all'idea di fare del Libano una patria per una sola comunità".
Non è una novità che il servizio sanitario zoppichi da tanto tempo. Lo dimostrano i lunghissimi tempi di attesa per una prestazione, il timore che alberga nell’animo di ognuno di noi quando ha bisogno dei medici e gli spiacevoli episodi di incidenti, a volte anche mortali, che fanno perdere la fiducia in quello che dovrebbe essere il comparto a cui affidarsi in tutta tranquillità perché gli mettiamo in mano la nostra vita. C’è da fidarsi?
Proprio a questo proposito, la Regione Veneto vara un piano di sicurezza per i pazienti che sono curati negli ospedali o nei distretti sanitari e per le persone non autosufficienti curate nei centri servizi. La delibera è stata approvata dalla giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità, Sandro Sandri.
La figura principale è il “Responsabile delle funzioni per la sicurezza del paziente”. Sarà presente in ogni struttura regionale e sarà avviato un piano di formazione per gli operatori redatto dall’Agenzia Regionale Socio Sanitaria che si occuperà anche di stilare un rapporto annuale sullo stato di sicurezza del Servizio Sanitario Regionale. Insomma pare che sia arrivato il momento della riscossa del Servizio Sanitario della Regione Veneto.
Se questa novità saprà essere sfruttata al meglio i benefici saranno maggiori soprattutto per i pazienti che finalmente potranno godere di un servizio che veramente funziona. Le strutture ci sono, facciamole lavorare, e rendiamo la salute, che è un diritto inviolabile di tutti, più sicura. E chissà che anche le altre regioni italiane possano seguirne l’esempio.
Finalmente! Bene ha fatto il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta ad avviare la cosiddetta ”Operazione Trasparenza” con la pubblicazione, in internet, di tutte le “consulenze” degli Enti Pubblici che operano sul territorio, trasparenza che da tempo noi “CITTADINI ATTIVI” chiediamo, non solo nella pubblica amministrazione, ma anche nei partiti, in quanto entità riceventi il rimborso elettorale (finanziamento pubblico) che ammonta a circa 200 miliardi del vecchio conio all’anno - per un totale di circa 1000 miliardi di lire (!) - per una legislatura, intera od interrotta che sia.
Non capisco perciò la perplessità di quei Sindaci, Presidenti di Provincia o Governatori che oggi si oppongono alla nostra proposta di avviare commissioni bypartisan di verifica e controllo delle spese in consulenze esterne effettuate durante le ultime amministrazioni. E’ un dovere istituzionale verso il cittadino, ora sempre più in difficoltà a raggiungere la fine del mese, che ha il diritto di sapere come viene impiegato il suo denaro, ed ogni Amministrazione si deve sentire onorata nel poter dimostrare di saperlo fare al meglio.
L’importante non è vedere chi più spende ma chi spende meglio senza ridurre i servizi sociali ai cittadini o aumentare loro le tasse, senza dover, per esempio, asfaltare il verde pubblico a nuovi parcheggi solo per rimpinguare le “casse” del Comune.
I politici si affannano a precisare che non erano “consulenze” ma solo “collaborazioni”, “incarichi”, “assegnazioni” od altro, operando così un sottile distinguo che serve solo a confondere le idee al povero cittadino. In realtà si è speso denaro pubblico per incarichi esterni forse non valorizzando opportunamente la professionalità delle migliaia di pubblici dipendenti, in gran parte dotati di grande dedizione e voglia di fare.
Quale criterio adottare per valutare con imparzialità le spese effettuate? Noi proponiamo che, oltre agli importi, si rendano pubbliche, al singolo cittadino, anche le relazioni redatte a consuntivo di ogni singolo impegno di spesa. Il cittadino avrà così modo di verificarne i risultati sul territorio e si sentirà responsabilizzato nel pagare le tasse. La pubblica Amministrazione, invece, si sentirà stimolata nel gestire con responsabilità ed al meglio il frutto della quotidiana fatica dei suoi concittadini.
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